La Nuova Sardegna

Servitù, dialogo tra la giunta e il governo

di Pier Giorgio Pinna
Servitù, dialogo tra la giunta e il governo

Con la visita del sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi una prima ripresa del confronto

01 agosto 2014
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SASSARI. Qualcosa si muove sul fronte delle servitù militari. La novità? Un vertice nella sede della presidenza della Regione, in viale Trento a Cagliari. Da una parte, il governatore Francesco Pigliaru. Dall'altra, il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, ex generale, a metà degli anni Novanta comandante del primo reggimento corazzato a Teulada. La riunione segna la ripresa ufficiale del dialogo, a partire dalle richieste portate dal presidente al tavolo della Conferenza nazionale il mese scorso a Roma. «Quest'ultima interlocuzione prepara nuove riunioni per dare sistematicità al confronto su tutti gli aspetti», è stato detto al termine del faccia a faccia. Con una nota viene poi sottolineata un'esigenza sollevata da parte della giunta regionale: quella di valutare «l'esistenza delle condizioni per arrivare a risultati condivisi, così come auspicato nelle conclusioni della Conferenza di giugno». Insomma, un primo approccio. Forse più importante di quel che possa apparire a prima vista. Utile per la ripresa di un negoziato che si annuncia comunque complesso, articolato, laborioso e non semplice.

Finora le richieste che l'isola ha portato nella capitale sono infatti state rivolte nell'ottica dell'avvio di un processo di riduzione dei vincoli militari. La giunta di centrosinistra sollecita inoltre la riconversione delle attività svolte nei poligoni. Accompagnata dall'impegno «a una destinazione alla Regione di programmi di ricerca e sviluppo in misura almeno pari ai gravami». Chiesta poi «la definizione di misure compensative, così come un ampliamento del periodo di interruzione delle esercitazioni in estate». Oltre che «la tutela ambientale e della salute attraverso l'istituzione di osservatori permanenti e indipendenti che assicurino una trasparente informazione ai cittadini».

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