La Nuova Sardegna

zone militari equiparate alle aree industriali

Pd e Sel: no a facili assimilazioni sui tetti d’inquinamento

Pd e Sel: no a facili assimilazioni sui tetti d’inquinamento

SASSARI. Tiene banco in parlamento un'altra questione collegata alle servitù sarde. I deputati di Pd e Sel si dicono d'accordo con la giunta regionale per la soppressione, dal decreto Competitività...

01 agosto 2014
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SASSARI. Tiene banco in parlamento un'altra questione collegata alle servitù sarde. I deputati di Pd e Sel si dicono d'accordo con la giunta regionale per la soppressione, dal decreto Competitività numero 91, della norma che prevede di estendere a tutto il demanio militare i tetti-soglia dei terreni per uso industriale. La democratica Caterina Pes e Michele Piras hanno presentato emendamenti in questo senso. E ora l’esponente di Sel denuncia come «assolutamente insufficiente e inapplicabile» la mediazione, trovata ieri alla commissione Difesa della Camera, «che introduce il principio di una diversificazione a seconda delle specifiche destinazioni d’uso all’interno delle servitù militari».

«Questi limiti sono in un ordine di grandezza maggiore rispetto a quelli delle aree ad uso residenziale e quindi meno cautelativi per l'ambiente e per la salute», ha ribadito in proposito la deputata di Florinas Giovanna Sanna, anche lei del Pd. «È dunque inaccettabile l'assimilazione delle zone industriali a poligoni di tiro e a basi, dove si svolgono importanti attività economiche e civili», ha aggiunto. «Tutti i deputati sardi del Pd sono d'accordo sulla soppressione della norma - ha concluso la parlamentare - In Sardegna deve andare avanti quel progetto di bonifica ambientale e di riqualificazione del territorio che la collettività isolana attende da tempo».

La norma era già stata contestata a fine giugno anche dal parlamentare Mauro Pili (Unidos). E aveva ricevuto pesanti critiche da parte del Gruppo d'intervento giuridico. L'articolo prevede «procedure semplificate per le operazioni di modifica o di messa in sicurezza e per il recupero di rifiuti anche radioattivi» e indica disposizioni urgenti «per la bonifica delle aree demaniali destinato a uso esclusivo delle forze armate».

«La decisione del governo di parificare le concentrazioni di soglia dei siti militari a quelli previsti per l'industria», ha spiegato ancora Piras, «è un fatto gravissimo e potenzialmente delittuoso, che rischia di trasformarsi in un condono tombale per le indagini in corso sull'inquinamento. I “tetti” vigenti per le industrie sono enormemente più alti rispetto a quelli assegnati alle attività militari. Sollevare quella soglia equivale a dire alle forze armate che un domani potranno inquinare di più e alla Procura di Lanusei che l'indagine sul poligono di Quirra può fermarsi qui». Appena l'altro ieri nuove proteste sull'ipotesi di assimilazione erano state formalmente espresse dall'assessore Donatella Spano. Che sulla delicatissima questione, a nome della giunta regionale, ha inoltrato una nota ufficiale alla presidenza del Consiglio e alla Conferenza unificata Stato-Regioni. Da Cagliari e dalle altre aree della Sardegna si vuole insomma mostrare al governo che le sue scelte su questo e su altri aspetti delle servitù militari sono tutt’altro che condivise tra la popolazione e i suoi più diretti rappresentanti politici. (pgp)

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