La Nuova Sardegna

Il grido di Noa: «Basta con l’odio»

Il grido di Noa: «Basta con l’odio»

La cantante israeliana domani sul palco al Festival di Siddi Lancia un appello per fermare la guerra in Palestina

01 agosto 2014
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SIDDI. Noa si esibirà domani alle 19 per la seconda giornata di “Appetitosamente”, il “Festival regionale del buon cibo”, da oggi a domenica a Siddi. Noa, cantautrice e percussionista nota in tutto il mondo, ha scelto lo scenario della tomba dei giganti Sa Domu De S'Orcu per la tappa in Sardegna del suo tour internazionale “Love Medicine”.

Alla vigilia del concerto, a proposito del suo antico amore per la Sardegna ieri Noa ha detto: «Non riesco a ricordare quando sia iniziato questo legame con l’isola; va avanti da anni, con molti buoni amici del passato e del presente, come il compianto Andrea Parodi, come Basilio Sulis del Festival di Sant'Anna Arresi, e tanti altri artisti di talento e persone buone». In merito poi alle polemiche che sono sorte nei giorni scorsi sulla sua presenza in Sardegna in concomitanza con la guerra a Gaza, Noa ha ribadito ancora una volta il suo pensiero, rimandando alla "Lettera aperta al vento" che ha pubblicatato sul suo blog il 22 luglio: «Ci sono soltanto due parti in questo conflitto, ma non sono israeliani e palestinesi, ebrei ed arabi. Sono i moderati e gli estremisti. Io appartengo ai moderati, ovunque essi siano. Loro sono la mia fazione. E questa fazione ha bisogno di unirsi». Noa esprime la sua drammatica «voglia di prendere la testa tra le mani e scomparire, sulla Luna, se possibile» quando legge «i sermoni dei rabbini Ginsburg e Lior, che parlano della morte romantica e dell'omicidio nel nome di Dio. O quando leggo - spiega - le incredibili parole di razzismo scritte da alcuni miei connazionali, le urla di gioia quando i bambini palestinesi vengono uccisi, il disprezzo per la vita umana». «Il fatto che abbiamo la stessa fede religiosa e lo stesso passaporto - spiega Noa - per me non vuol dire nulla. Io non ho niente a che fare con certa gente. Allo stesso modo, anche gli estremisti dell'altra parte sono miei acerrimi nemici. Ma la loro ira non è soltanto diretta verso di me, ma anche verso i moderati della loro stessa società; il che fa di noi fratelli in armi. Come esorto gli arabi moderati, ovunque essi siano, a fare tutto ciò che è' in loro potere per respingere l'estremismo, non ho alcuna intenzione di chiudere gli occhi dinanzi alle responsabilità nostre per il fallimento in atto».

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