La Nuova Sardegna

Alcoa, la Glencore è vicina all’accordo

di Tamara Peddis
Alcoa, la Glencore è vicina all’accordo

Ma serve una riduzione sul costo dell’energia. Il Ministero al lavoro per trovare una soluzione, forse la firma il 10 agosto

30 luglio 2014
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PORTOVESME. Il Governo in prima linea per favorire l’accordo tra l’Alcoa e la multinazionale svizzera Glencore. Una firma che, è l’auspicio dei sindacati, potrebbe arrivare entro i primi 10 giorni di agosto. Ieri a Roma il ministero dello Sviluppo economico ha avviato un confronto con Enel e Terna per trovare una soluzione al caro energia. La Glencore ha infatti posto come condizione indispensabile per acquisire lo stabilimento di alluminio primario di Portovesme politiche energetiche in linea con il mercato europeo. Di qui l’apertura di un confronto tra Governo e società energetiche. Al vaglio ci sono diverse ipotesi: accordi bilaterali con l’operatore elettrico, interconnessione - linea che si connette ad un altro Stato - o una proroga per l’interrompibilità (l’azienda che opera nel mercato elettrico modula la richiesta di energia attraverso un distacco di alcuni carichi dalla rete).

Dopo l’allontanamento dal negoziato da parte di Klesch, oggi l’unica a mostrare interesse per lo stabilimento isolano resta la Glencore. Il Governo e la Regione da mesi sostengono di voler salvaguardare la strategicità della produzione di alluminio in Sardegna. Una produzione che fino a quando la fabbrica ex Alcoa era aperta, nel 2012, ha dato lavoro a quasi seicento operai. Nell’unità operativa messa in atto per lavorare alla soluzione della vertenza Alcoa, il Governo sta studiando quindi le condizioni per garantire all’investitore tariffe competitive. Il Ministero dello sviluppo economico ha riconfermato ieri la disponibilità a un contratto di sviluppo per agevolare, qualora si definisca la cessione, gli investimenti necessari alla competitività dello smelter di Portovesme. Dopo aver trovato una soluzione al caro energia, il Mise già dalla prossima settimana potrebbe essere nelle condizioni di sottoscrivere un documento di intesa, il cosiddetto Memorandum Understanding, che prevede impegni da parte del Governo, della Glencore, della Regione, di Terna ed Enel, per avviare la fase più urgente del negoziato. Fiom, Fim e Uilm confidano che la firma possa arrivare entro i primi dieci giorni di agosto. Dopo questo momento inizierà l’interlocuzione tra Glencore e Alcoa per la trattativa relativa alla cessione.

C’è un altro aspetto della vertenza: le manutenzioni all’interno dello stabilimento che i responsabili Alcoa intendono dimezzare dal 1 agosto. Un fatto che preoccupa lavoratori e sindacati. Lunedì si è svolta una riunione tra la rsu e i responsabili dell’azienda per garantire la manutenzione minima di trenta persone (15 diretti e altrettanti indiretti). L’Alcoa ritiene che nonostante tutto esistano le condizioni per rimettere lo stabilimento in marcia qualora venisse rilevato da un possibile acquirente. Così come avevano già sottolineato il 24 giugno al tavolo ministeriale. Gli operai ex Alcoa mantengono un presidio fuori dallo stabilimento da 89 giorni. Hanno tende, striscioni e bandiere. Vivono con ansia e forte preoccupazione questo periodo. «Il presidio – ha detto Bruno Usai della rsu – ha lo scopo di tenere alta l’attenzione verso la nostra vertenza. Non intendiamo abbassare la guardia, siamo vigili su tutto ciò che succede, abbiamo la consapevolezza che questo è un momento delicato, ma anche uno dei più decisivi per il nostro futuro».

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