La Nuova Sardegna

Dromos, nel segno di Manu Dibango

di Walter Porcedda
Dromos, nel segno di Manu Dibango

Domani il via al festival a Mogoro con il concerto del trombettista Ibrahim Maalouf e la sua band

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28 luglio 2014
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ORISTANO. Toccato dalla grazia del jazz e dalle straordinarie radici di una musica e un ritmo senza eguali, come l’africana, quella del Camerun in particolare. Signore e signori Dromos presenta all’interno del suo festival, da domani al 16 agosto, un pezzo di leggenda come Manu Dibango. Sì, il formidabile padre della world music, primo africano in assoluto ad aver strappato il disco d’oro negli Stati Uniti con un brano che è un geniale concentrato di beat e groove in salsa afro, “Soul Makossa”. Una intramontabile hit che al suo apparire negli store, il 1972, conquistò subito i dancefloor americani e poi il resto del pianeta facendo conoscere questo incredibile sassofonista (oggi ha 80 anni) cresciuto tra la Francia e l’Africa, imbevuto di cultura jazz e tradizioni. “Soul Makossa” fu una rivelazione, un brano diventato di leggenda che non smette ancora di essere remixato e ripreso. Anche da illustri popstar. Come Michael Jackson (in “Wanna be startin' something”) e di recente anche da Rihanna ("Don't stop the music"). E’ quindi un pezzo da Novanta della musica di tutti i tempi quello che Dromos ha inserito nel cartellone di questa edizione, la sedicesima, battezzata “I giardini dell’Eden”. Dibango sarà di scena il 2 agosto nel parco di Baratili San Pietro.

Ma in quello che, evocando il titolo, si preannuncia come un programma lussureggiante di sorprese (di gran lunga il migliore di questa estate sarda) accanto a sua maestà “Soul Makossa” sono altre le stelle da non lasciarsi sfuggire e che saranno protagoniste di live imperdibili.

Si inizia alla grande già domani a Mogoro (piazza del Carmine ore 22)con il giovane e talentuoso trombettista Ibrahim Maalouf, di origini libanesi, ma cresciuto in Francia, figlio d’arte (il padre è il trombettista Nassim e la madre Nada è pianista. E, giusto per non farsi mancare niente, è persino nipote del poeta e scrittore Amin Maalouf). Un musicista completo che oltre a una formazione classica (con particolare riferimento alla musica barocca) e a una grande passione per il jazz unisce una profonda conoscenza delle tradizioni arabe. La sua musica è quindi qualcosa di fortemente originale, punto di incontro di diverse culture. Grande senso del ritmo, architetture sonore e aperture orchestrali. A Dromos Maalouf presenterà il suo recente album “Illusions” che in Francia è rimasto per diverso tempo in testa alla classifica degli album più venduti. Con lui altri tre trombettisti, Yann Martin, Youenn Le Cam e Martin Saccardy, Frank Woeste alle tastiere e Francois Delporte alla chitarra, Laurent David al basso e Stèphane Galland alla batteria.

E’ assolutamente perfetto a questo punto l’inserimento nella scaletta degli appuntamenti musicali del festival, quello del 4 agosto, nell’area di Tharros, dove è di scena una grande jazz lady come Dee Dee Bridgewater che regalerà , oltre al suo repertorio, un personale omaggio alla divina Billie Holiday e a Ella Fitzgerald. Il concerto della Bridgewater sarà preceduto da altri appuntamenti nel segno del jazz. Il 1 agosto nella piazza della Cattedrale è di turno il trio del pianista Harold Lopez-Nussa. A Villa Verde, il giorno dopo sale sul palcoscenico il Tingvall trio in arrivo dalla Germania. Dallo stesso Paese giunge il 9 a Villanova Truschedu la band di Hector & the Malcouns, mentre l’indomani a Morgongiori è di scena una pimpante formazione di ottoni da Chicago, l’Hypnotic Brass Ensemble. Tutti blues gli appuntamenti del 12 a Marrubiu e dal 14 al 16 a Nureci per la rassegna Mamma blues con Francesco Piu (il 14), Bombino (15), Nico Duportal e i Rhythm Dudes (il 16) e i Breakers Hammond organ band. Oltre alla musica il 30 a Mogoro reading di Bruno Tognolini con Antonio Farris al contrabbasso e tre incontri dedicati all’ambiente con Alessandro Rossi (a Nurachi il 5), Graziano Bullegas e Giorgio Todde (il 6 a Oristano) e il 7 con Paolo Carboni e Marco Antonio Pani a Nurachi.

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