La Nuova Sardegna

Il perito: «Molte incongruenze»

Il perito: «Molte incongruenze»

La specialista di medicina legale: «Un atteggiamento inutilmente rischioso»

22 luglio 2014
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. I punti di domanda in tutta questa brutta storia sono tanti. Le conclusioni della dottoressa Rita Celli, specialista di medicina legale all’università di Torino, hanno sollevato più di qualche dubbio. La consulente scrive nella sua relazione: «Le manovre descritte dal chirurgo non trovano puntuale conferma con i dati tecnici emersi dall’esame post mortem». Ed elenca le incongruenze rilevate durante l’autopsia: «All’incisione giugulo-pubica è stata da subito palese a tutti i presenti l’assenza del pericardio; mancavano i punti di sutura che l’operatore dichiarava nel verbale di aver apposto alla lacerazione della parete dell’arteria polmonare; la lacerazione dell’arteria polmonare è situata più cranialmente rispetto alla sede dove era presente la massa mediastinica; le lacerazioni sono in numero superiore a quelle descritte». Secondo il consulente del pubblico ministero, oltretutto, il tumore del paziente non era così esteso come invece aveva sostenuto il chirurgo Porcu. Il medico aveva detto al figlio del povero Tullio Coratza che suo padre sarebbe comunque morto molto presto. «Una lesione di quelle dimensioni e di quelle caratteristiche istologiche, inferiori al centimetro di diametro – sostiene invece la Celli – in assenza di lesioni ripetitive a carico di altri organi o apparati, avrebbe ragionevolmente concesso al paziente una sopravvivenza, secondo trattatistica, non inferiore ai dieci anni. Se sottoposto a trattamento idoneo, il sessantenne secondo il consulente di Torino avrebbe vissuto ancora a lungo. Rita Celli ritiene che il punto cruciale dell’intera vicenda riguardi «l’atteggiamento chirurgico ingiustificatamente aggressivo laddove la letteratura specialistica da molti anni suggerisce e raccomanda in caso di lesioni mediastiniche da identificare, di procedere secondo uno schema affatto diverso da quello posto in atto per il paziente Coratza». E in riferimento alla tracotomia esplorativa effettuata su Coratza la definisce «atteggiamento desueto e ingiustificato oltre che decisamente e inutilmente rischioso». Chiaramente si è ancora in fase di udienza preliminare e gli avvocati della difesa faranno il possibile per chiarire ogni dubbio sulla condotta dei loro assistiti. (na.co.)

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sin
Le nostre iniziative