La Nuova Sardegna

Abbanoa, ora il fallimento si allontana

I bilanci del gigante idrico migliorano in modo deciso e la procura di Cagliari sceglie di non chiedere il default della società

22 luglio 2014
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CAGLIARI. Abbanoa non fallirà. O comunque non sarà più la procura della Repubblica di Cagliari a chiedere la consegna dei libri contabili in Tribunale. In questi giorni, il pubblico ministero Giangiacomo Pilia ha ritirato la richiesta di fallimento. Ora la decisione finale spetta al magistrato Vincenzo Amato e dovrebbe arrivare prima della pausa estiva, ma a questo punto l’esito pare scontato: sarà favorevole ad Abbanoa.

Ad annunciare la prossima uscita da un incubo per il gestore unico è stato l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda. «È stato possibile questo risultato – sono state le sue parole – grazie alla collaborazione fra parti del’amministrazione regionale, che prima erano invece in conflitto fra loro, alla capitalizzazione di oltre 80 milioni della società da parte della Regione e anche grazie all’esito positivo del confronto con le banche sull’esposizione di Abbanoa. Dunque, la situazione non è più catastrofica come sei mesi fa e ora possiamo davvero cominciare una nuova era nella gestione dell’acqua pubblica».

La svolta era stata chiara sin dalla mattina quando in udienza, nell’aula della sezione fallimenti del Tribunale, il pubblico ministero Pilia ha ufficializzato la rinuncia alla richiesta di fallimento. L’udienza era prevista per il 16 settembre, ma è stata anticipata perché proprio in questi giorni il consulente tecnico della Procura, Giuseppe Aste, ha riconosciuto l’avvio verso il pieno risanamento della società. In particolare, le prove a discolpa del fallimento – sollecitato dalla Procura di Nuoro e poi trasferito a Cagliari per competenza – sarebbero l’approvazione del bilancio 2013, che si è chiuso con un attivo di oltre 70 milioni, l’avvio della prima capitalizzazione della società, con la Regione che ha già versato in cassa 38 milioni e la delibera con cui l’Autorità d’ambito (è l’organo politico a monte di Abbanoa) ha riconosciuto un conguaglio di 100 milioni sulle tariffe. Tutte voci in attivo che – stando alla perizia ma anche ai documenti presentati dal collegio di difesa, l’ufficio legale della Regione e l’Avvocatura dello Stato – hanno ribaltato la situazione economica del gestore, fino ad allora invischiato nei debiti, seguita anche dalla riorganizzazione interna, con l’arrivo del nuovo amministratore unico, Alessandro Ramazzotti, e l’assegnazione delle deleghe ai dirigenti. In pochi mesi, Abbanoa è cambiata e, a questo punto, bisognerà vedere se sarà archiviata anche l’inchiesta penale sulle passate gestioni e rimasta ancora a carico di ignoti.

Più che soddisfatto della svolta, sarebbe giusto dire entusiasta, è l’assessore Maninchedda: «Sono stati quattro mesi di duro lavoro, ma alla fine la magistratura ha riconosciuto il nostro impegno per evitare il tracollo». Quale sarà ora il futuro? «Proseguire nel di risanamento – ha aggiunto – col possibile aumento di un centesimo a metro cubo dell’acqua e con questa tariffa appena ritoccata finanzieremo un’assicurazione contro le perdite nella rete idrica. Rete su cui vogliamo intervenire subito d’intesa con i Comuni e in bolletta potrebbe essere prevista una quota minima per gli investimenti. Perché da oggi in poi Abbanoa dovrà essere in grado di autofinanziarsi» . (ua)

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