La Nuova Sardegna

Guerra agli abusi edilizi, Costa Paradiso nel mirino della Procura

di Giampiero Cocco
Guerra agli abusi edilizi, Costa Paradiso nel mirino della Procura

Blitz a sorpresa del magistrato Domenico Fiordalisi e del suo staff nei litorali del nord della Gallura tra Badesi e Trinità

21 luglio 2014
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INVIATO A BADESI. Dalle candide e altissime dune di sabbia del litorale di Badesi alle frastagliate insenature di Costa Paradiso, dove il vento e il mare hanno disegnato un anfiteatro di granito. Queste le location a rischio di mattone selvaggio scelte nei giorni scorsi dal capo della procura della Repubblica di Tempio, Domenico Fiordalisi, per una ispezione dei luoghi che si annuncia propedeutica a nuove e clamorose iniziative giudiziarie.

Le visite a sorpresa, un improvviso quanto inaspettato blitz del capo della Procura e dello staff dei suoi collaboratori che indagano sugli abusi edilizi in Gallura (guardia forestale, polizia locale, carabinieri, polizia di Stato e guardia costiera) hanno interessato due cantieri.

Il primo è stato aperto sulla costa di Badesi – le cui colate di cemento sono state segnalate come prive di Via (Valutazione d’impatto ambientale) dal Grig (Gruppo di intervento giudridico) – e il secondo in Costa Paradiso, dove un’impresa sta edificando, uno degli ultimi insediamenti turistici approvato sulla base di vecchi piani di lottizzazione rinnovati di anno in anno e risalenti alla fine degli anni Sessanta, quando il comune di Trinità (sotto la cui amministrazione e ufficio tecnico ricade il centro turistico realizzato dal defunto imprenditore milanese Pierino Tizzoni) spalmò migliaia di metri cubi di volumetrie tra mirto e graniti, un insediamento turistico che da allora continua a crescere, allungandosi verso il mare o salendo verso le colline riarse dal sole.

«Accertamenti di routine», dicono negli uffici inquirenti dove stanno confluendo migliaia di documenti relativi alle concessioni edilizie rilasciate in questo ultimo decennio dal Comune di Badesi e da quello di Trinità d’Agultu, documenti formalmente richiesti dalla Procura. Quest’ultimo ufficio tecnico venne decapitato, negli anni 2000, da una inchiesta che parlava di licenze facili e “pressioni” per utilizzare imprese locali. La rinnovata attenzione della magistratura inquirente per i due comuni rivieraschi del nord Sardegna apre nuovi scenari operativi dopo l’avvio del “fronte orientale” (la costa che va da Palau a Olbia, compresa La Maddalena) dove le ruspe e i sequestri preventivi sono già in atto da parte dalla procura della Repubblica di Tempio. Il cui scopo ultimo «è quello di tutelare l’ambiente e il territorio, far rispettare le leggi e far eseguire ordinanze sindacali o sentenze passate in giudicato che nessuna amministrazione comunale metterà in atto per l’impopolarità che ne deriva» sostiene una fonte qualificata della Procura gallurese.

Domenico Fiordalisi, dopo le due ispezioni a Badesi e Costa Paradiso (effettuate mercoledì e giovedì della scorsa settimana), si è preso un periodo di ferie prima di dare avvio alla seconda tranche di abbattimenti prevista per la prima quindicina di settembre, quando le ruspe entreranno in azione in diversi centri per demolire un centinaio di manufatti – case, muretti a secco, verande, terrazze e abitazioni rurali sorte come funghi nella campagna gallurese – già individuati e entrati nella black list dell’ufficio demolizioni della Procura di Tempio.

La loro ubicazione, così come i centri in cui sorgono, resta al momento riservata per motivi di ordine pubblico. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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