La Nuova Sardegna

Patteggia il vigile urbano di Bonorva

Patteggia il vigile urbano di Bonorva

L’accusa per Francesco Angius è stata derubricata in tentata estorsione: l’uomo dovrà scontare un anno e 10 mesi

19 luglio 2014
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CAGLIARI. Gli inquirenti li conoscono bene. Sono quei personaggi senza scrupoli che, durante un sequestro di persona, avvicinano i familiari dell’ostaggio e millantano conoscenze e contatti per ottenere un tornaconto personale. Secondo il pubblico ministero della Dda Gilberto Ganassi, il vigile urbano Francesco Angius, 60 anni, di Bonorva, apparterebbe a questa categoria. Ieri il pubblico ministero ha derubricato in tentata estorsione l’accusa originaria di concorso in sequestro di persona nei confronti del sessantenne. E Angius, attraverso il suo avvocato Luigi Concas, ha subito chiesto di patteggiare la pena. L’accordo tra accusa e difesa è stato raggiunto su un anno e dieci mesi di reclusione, più ottocento euro di multa. È stato questo il colpo di scena all’udienza preliminare con i quattro imputati nella inchiesta-bis per il sequestro dell’allevatore di Bonorva Titti Pinna. La modifica del capo di imputazione è arrivata a sorpresa, cambiando il ruolo di Francesco Angius. Il vigile urbano è indicato come la persona che due giorni dopo il rapimento di Titti Pinna si era messo in contatto con la famiglia del sequestrato, chiedendo quanto fosse disposta a pagare per la liberazione. Aveva detto di essere stato avvicinato alle spalle, al buio, nel suo ovile. Uscito dalla scena processuale Francesco Angius, il gup deve decidere se accogliere le richieste di rinvio a giudizio di Giovanni Maria “Mimmiu” Manca, di 52 anni, nuorese, ma residente a Bonorva; di Antonio Faedda, 43, originario di Grosseto, ma residente a Giave; di Francesca Sanna, 54 anni, di Macomer. La prossima udienza sarà celebrata il 10 ottobre. In autunno anche le strade degli altre tre imputati sono destinate a dividersi. Al temine di una udienza dedicata a questioni preliminari, ieri gli avvocati di Francesca Sanna e di Antonio Faedda hanno infatti annunciato l’intenzione di chiedere il rito abbreviato per i loro assistiti. La donna è difesa dall’avvocato Antonello Spada, Faedda da Gianmarco Mura. In caso di rinvio a giudizio, quindi, il processo-bis per il sequestro dell’allevatore di Bonorva sarebbe celebrato con il rito ordinario solo nei confronti di Giovanni Maria “Mimmiu” Manca, difeso dall’avvocato Salvatore Asole. L’allevatore e Faedda sono in carcere dal 19 novembre, dopo il blitz degli investigatori delle squadre mobili di Sassari, Cagliari e Oristano e dei carabinieri del Ros. I due sono accusati di avere fatto parte del gruppo di prelievo che il pomeriggio del 19 settembre 2006 sequestrò Titti Pinna nella sua azienda di Monte Frusciu a Bonorva.

Sarebbero stati loro, secondo le accuse, a portare l’ostaggio fino all'azienda dell’allevatore di Sedilo Salvatore Atzas, condannato a 30 anni in via definitiva, mentre il suo collaboratore Natalino Barranca ha avuto 17 anni nel processo di secondo grado-bis. Francesca Sanna, invece, era stata intercettata la notte del 26 settembre 2006 nella zona di Mulargia dove si svolgeva l'incontro tra i rapitori e padre Pinuccio Solinas che si adoperava per la liberazione del sequestrato. Dopo l'incontro avrebbe dovuto recuperare i sequestratori e trasportarli a bordo della sua auto.

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