La Nuova Sardegna

L’ordinanza del sindaco di Olmedo: «Vietati gli sguardi di sfida»

di Luigi Soriga
L’ordinanza del sindaco di Olmedo: «Vietati gli sguardi di sfida»

Contro i bulletti il primo cittadino vieta atteggiamenti di sfida e bivacchi nelle piazze

15 luglio 2014
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SASSARI. Sguardo chino e orecchie basse o voi che entrate. A Olmedo è severamente vietato alzare la cresta o avere atteggiamenti di sfida. E se si fa comunella, è meglio essere in meno di cinque. Parola del sindaco geometra Marcello Diez, che così in calce firma la sua ordinanza estiva.

L’idea non è proprio originale, visto che un anno prima l’aveva avuta il primo cittadino di Bari Michele Emiliano. Solo che si era dimenticato di apporre il simboletto del copyright alla sua geniale trovata, e dunque il sindaco Marcello Diez gliel’ha subito masterizzata. E senza sforzo di rielaborazione: un rapido ctrl C e ctrl V, e in data 1 luglio 2014, l’ordinanza è pronta: «Divieto di sostare prolungatamente in gruppo superiore a cinque persone, con atteggiamento di sfida, presidio o di vedetta, o comunque in modo tale da impedire la piena fruibilità della piazza agli altri cittadini o ai turisti.

Un anno fa, il popolo di Facebook con Emiliano ci era andato a nozze. Giravano filmati in stile spaghetti western, con primi piani strettissimi, in stile Sergio Leone: un barese infila gli occhi nelle pupille del rivale e non le molla finché l’altro non abbassa lo sguardo. Il tutto condito da un audio in dialetto stretto: «Ce caxxu me sta uardi». C’è scappato anche un flash mob: tutti in occhiali scuri, poi d’improvviso via le lenti e giù a fissarsi da duri.

E dire che a Bari, un simile diktat poteva avere un senso. Lì c’è la Camorra, e chi guarda in cagnesco spesso è affiliato con la Sacra Corona Unita. Non è proprio consigliato sostenere certi sguardi. Ma Olmedo più che per la malavita, violenza, o traffico di droga, è famosa per un copioso spaccio di pane, specie in occasione della mostra di inizio luglio. Quindi il pugno di ferro del sindaco sceriffo ha destato qualche perplessità. In verità l’intento è nobile: si tratta di una ordinanza anti degrado, che punta il dito contro gli atti vandalici e contro gli schiamazzi dei profughi della notte. In pratica in Piazza Giovanni XXII, piazza Dante, Berlinguer, Gramsci e Matteotti e nei pressi della Stazione c’è una nutrita fauna di perdigiorno che non fa chiudere occhio al vicinato. Il sindaco ha semplicemente fornito un assist nero su bianco ai propri vigili, qualora volessero far abbassare il volume di qualche tacca. Ma il “copia e incolla” ha le sue insidie, e nel testo c’è finita anche la storia dei gruppetti e della sfida. Ne è venuta fuori una ordinanza “anti-greffa” e “anti-testosterone”. E poi, a dirla tutta, con quali gradazioni si può quantificare l’atteggiamento di sfida? Bastano dieci secondi di fissità dello sguardo oppure occorre anche aggrottare un sopracciglio, allargare il petto e grattarsi il posteriore? Perché, da che mondo e mondo, fa parte del corredo cromosomico dell’uomo quello di “puntare” insistentemente l’invasore del proprio territorio. Ma forse, senza la fatidica frase “c...o guardi? Problemi c’hai?” gli estremi della multa non ci sono.

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