La Nuova Sardegna

Lingua blu, i vaccini diffondevano la malattia: aperta una inchiesta

di Alessandro Pirina
Lingua blu, i vaccini diffondevano la malattia: aperta una inchiesta

Per la Procura di Roma il siero non riusciva a sconfiggere la malattia. Coinvolti anche dirigenti pubblici. Coldiretti: «Pene severe per i colpevoli»

14 luglio 2014
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Scoppia la bufera sui vaccini per combattere la Lingua blu. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta. E c’è anche una ipotesi su cui i magistrati lavorano. Per la Procura i vaccini per debellare la Lingua blu servivano in realtà per agevolare la sua diffusione. Due dirigenti pubblici sono accusati di aver messo su una catena criminosa che, negli anni, anziché prevenire la malattia negli allevamenti avrebbe contribuito a fare strage di pecore e capre. Con ingenti danni per l'erario, in particolare per la Sardegna, prima regione in Italia per allevamenti di ovini e caprini. Già da anni tra i pastori serpeggiava il sospetto che i vaccini contribuissero a favorire la moria del bestiame. Ora a sostenere la stessa tesi è la Procura di Roma. Secondo il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, infatti, Romano Marabelli, direttore generale del Dipartimento alimenti e sanità veterinaria del ministero della Salute, e Vincenzo Caporale, direttore dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Abruzzo e Molise, avrebbero «cagionato la diffusione della blue tongue, per siero conversione da virus vaccinale, provocando ingenti danni al patrimonio zootecnico nazionale». Marabelli e Caporale, che sono tra i 41 indagati nell'inchiesta sull'influenza aviaria - dipendenti del ministero della Salute, dirigenti degli Istituti zooprofilattici sperimentali di Padova e Teramo e manager di aziende farmaceutiche - a cui è stato appena notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, avrebbero disposto per la campagna contro la Lingua blu del 2003-04 l'utilizzo di un vaccino prodotto in Sudafrica senza una sperimentazione adeguata che ne valutasse gli effetti sugli animali. Un farmaco, vecchio del 1947, che non avrebbe mai superato collaudi e controlli di sicurezza in Europa, fatta eccezione per quelli dell'Istituto zooprofilattico di Teramo, centro di riferimento per le malattie esotiche, a cui nel 2002 l'allora ministro della Salute, Girolamo Sirchia, aveva affidato le indagini. Lo stesso istituto che poi avrebbe vinto la gara per l'importazione dei vaccini. La Procura di Roma accusa inoltre Marabelli, insieme ad altri quattro dirigenti del ministero e tre manager di aziende farmaceutiche, di corruzione, rivelazione del segreto di ufficio e falsità ideologica, per aver imposto «attraverso una gestione dispotica e monopolistica dell'emergenza Blue tongue la vaccinazione contro il virus della febbre catarrale su tutto il territorio nazionale» e per aver disposto, in assenza di una reale emergenza sanitaria, «l'acquisto in esubero da parte del ministero della Salute di 3.578.800 dosi di vaccino non utilizzate per le campagne 2006-07, 2007-08, 2008-09». Una spesa che avrebbe causato un ingente danno all'erario, che solo per la Sardegna è stato quantificato in due milioni e mezzo di euro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano

Video

Stefano Cherchi addio: a Sassari l'applauso della folla commossa per il fantino morto in Australia

Le nostre iniziative