La Nuova Sardegna

penitenziario di macomer

Rischio chiusura, i sindacati convocati dal provveditore

di Piero Marongiu
Rischio chiusura, i sindacati convocati dal provveditore

MACOMER. Dopo la lettera inviata alla stampa qualche giorno fa, in cui i detenuti ospitati nel carcere di Macomer avevano lanciato un appello al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, perché...

13 luglio 2014
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MACOMER. Dopo la lettera inviata alla stampa qualche giorno fa, in cui i detenuti ospitati nel carcere di Macomer avevano lanciato un appello al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, perché revocasse il provvedimento di chiusura della struttura, qualcosa si muove. Mercoledì prossimo alle 11, tutti i rappresentanti sindacali sono stati convocati a Cagliari dal provveditore carcerario Silvio Di Gregorio. Ma sui motivi della convocazione non è dato sapere nulla, anche se non è difficile intuire che si parlerà del provvedimento riguardante la struttura di Macomer e di Iglesias. Il provveditore è irraggiungibile e dalla segreteria cagliaritana si limitano a rispondere che gli uffici sono aperti dal lunedì al venerdì. Il provvedimento, firmato lo scorso 28 maggio dal ministro, prevede la chiusura immediata (comunque non oltre il 13 o il 16 del prossimo mese di settembre). Motivo: sarebbe fatiscente e antieconomica. Un’analisi che non convince i detenuti e neppure il personale della polizia penitenziaria che vi presta servizio. Nella struttura macomerese sono rimasti soltanto una quarantina di detenuti comuni. La settimana scorsa gli ultimi 12 di fede islamica sono stati trasferiti in altri istituti di pena. Qualche anno fa in quella struttura erano ospitati anche detenuti in regime di 41 bis. Tra essi c’erano anche Mohammed Al Masri (l’egiziano), del quale si dice che fosse una delle menti che aveva ideato la strage di Madrid dell’11 marzo 2004, e Rachid Ilhami, uno dei predicatori del centro culturale “Pace” di Macherio che progettava di far saltare in aria il Duomo di Milano. Solo nel 2009, quella struttura veniva considerata importantissima per l’istituzione carceraria tanto da essere classificata “As2”, cioè: idonea a ospitare personaggi accusati di terrorismo internazionale. Nell’estate dello stesso anno ne arrivarono 27, tra accusati e condannati, per il reato di terrorismo internazionale. A distanza di cinque anni, da carcere di massima sicurezza, la struttura di Bonu Trau viene considerata fatiscente e antieconomica e pertanto dovrà chiudere. Se l’ordine del ministro non dovesse rientrare, sul territorio si abbatterà un altro colpo di mannaia che farà aumentare il numero dei disoccupati. «Se il carcere dovesse chiudere - scrive il personale della casa circondariale, in una lettera inviata al sindaco Antonio Succu – sarà tutto il territorio a risentirne».

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