La Nuova Sardegna

Oristano, ipnotizzata e operata senza anestesia

di Roberto Petretto
Oristano, ipnotizzata e operata senza anestesia

Alla paziente l’équipe del San Martino ha impiantato un defibrillatore Linalba Ibba: «Sensazione strana, sentivo le mani e il bisturi, ma non il dolore»

12 luglio 2014
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ORISTANO. Niente trucchi da illusionisti: l’ipnosi viene utilizzata da tempo in medicina per sostituire, in alcuni tipi di interventi, l’anestesia locale. Ma quello che è avvenuto martedì scorso a Oristano è qualcosa di eccezionale: è stato impiantato un defibrillatore automatico nel torace di una paziente che, anziché essere sottoposta ad anestesia, è stata ipnotizzata. È la prima volta che questo accade nel campo della cardiologia. Altre applicazioni c’erano state in odontoiatria, nella diagnostica per immagini (gastroscopie e colonscopie), persino nell’asportazione di piccoli tumori cutanei. Ad eseguire l’intervento, nell'Unità operativa guidata da Antonio Caddeo, il cardiologo Gianfranco Delogu e la collega Maria Valeria Demontis, assistiti dalle infermiere Ombretta Pinna e Milena Zedda e dal tecnico di radiologia medica Giorgio Scanu. Fondamentale è stato però il lavoro degli ipnologi Nino Sole e Danilo Sirigu, provenienti (a titolo gratuito) dal Brotzu di Cagliari.

La paziente che si è sottoposta a questa tecnica è una donna molto nota a Oristano: Linalba Ibba, che in passato è stata anche candidata alla poltrona di sindaco del capoluogo. Il suo racconto spiega meglio di qualsiasi scheda tecnica cosa accada a una paziente che venga sottoposta all’ipnosi invece che all’anestesia locale. «Gianfranco Delogu mi ha proposto questa ipotesi a maggio. Avevo subito un altro piccolo intervento e avevo sofferto molto. Quando mi ha parlato di ipnosi ero molto scettica, avrei preferito l’anestesia generale, ma mi è stato spiegato che per il tipo di intervento sarebbe stato meglio che io restassi vigile».

Dopo l’ok, c’è stata una fase di preparazione: «Tre sedute, al Brotzu, con Nino Sole e Danilo Sirigu. Insieme a Gianfranco Delogu, sin dall’inizio mi hanno detto che il percorso lo avremmo dovuto fare insieme, tutti sullo stesso piano. Sono persone straordinarie».

Arriva il giorno dell’intervento, martedì pomeriggio: «Ero terrorizzata. Mi hanno messo le cuffie attraverso le quali sentivo della musica e le loro parole, credo secondo uno schema preordinato». La cosa che tutti si chiederanno è se la paziente sia stata addormentata e, soprattutto, se abbia sentito dolore: «Non sono stata addormentata: ero sempre cosciente. Il dolore? È stata una sensazione strana: non lo sentivo, era piuttosto come se qualcuno mi “raccontasse” il dolore».

Linalba Ibba ha trovato rifugio in un luogo della memoria per lei tranquillo e sicuro: «A Ardauli, in una roccia forata chiamata Culunzu Pertuntu. Da lì si vede il lago Omodeo e io pensavo di svolazzare sopra il lago. Poi, quando è iniziato l’intervento mi sono rifugiata nel foro della roccia e da lì guardavo una donna stesa su un lettino e tante persone attorno». È stata sempre cosciente: «Sentivo il bisturi, le parole dei medici, la pressione delle mani. Poi, a un certo punto, mi hanno detto: Linalba, ora puoi scendere».

Gianfranco Delogu, il “padre” di questa operazione, spiega meglio alcuni dettagli: «La sedazione ipnotica vigile sinora è stata utilizzata solo in determinate branche su persone che hanno problemi con l’anestesia locale. Con Danilo Sirigu ci siamo diplomati in ipnologia al Ciics di Torino e abbiamo portato queste tecniche ai nostri pazienti. Lui nelle patologie del grande intestino e nella radiologia per immagini, io in cardiologia. Dove era stato fatto veramente poco. In cardiologia serve un paziente tranquillo e vigile e questo calzava a pennello».

In effetti, nonostante la paura, Linalba Ibba è stata un paziente ideale: «È stato un intervento molto sereno. Ci ha colpito in particolare la stabilità emodinamica prima, durante e dopo».

Un evento isolato o che si potrà ripetere? «È la frontiera del futuro, in alcuni casi – dice Delogu –. Certo, è una metodica povera: le case farmaceutiche non investono in questo campo perché non ci sono farmaci. Richiede impegno per la preparazione e la gestione. Non può sostituire l’anestesia generale in quegli interventi dove questa è indispensabile. Però in tanti casi può essere utile». Si potrà richiedere? «Certo, poi i medici valuteranno se ci sono le condizioni per applicarla».

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