La Nuova Sardegna

Firino: «Troveremo altre risorse»

di Alessandro Pirina
Firino: «Troveremo altre risorse»

L’assessore alla Cultura: il patrimonio archeologico deve essere fruibile a tutti

09 luglio 2014
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SASSARI. Trovare risorse in un’epoca di tagli e spending review non è un’impresa facile, soprattutto se quei soldi sono destinati alla cultura. Ma Claudia Firino ci vuole provare. Anzi, da quando si è insediata nel suo ufficio di viale Trieste l’assessore alla Cultura è impegnata ogni giorno a tessere rapporti e cercare fondi per il suo settore. Con un occhio di riguardo per i siti archeologici. O meglio, come dice lei, «per quel gigante sito archeologico che è l’isola su cui viviamo». Le ultime scoperte di Monti’e Prama hanno riacceso i riflettori sulla Sardegna sotterranea. Sull’isola nuragica che continua a riemerge dal sottosuolo, salvo poi essere di nuovo seppellita perché non ci sono i fondi per portare avanti gli scavi. Una pratica obbligata che la Firino vuole provare a sconfiggere, appunto, con il reperimento di risorse. Ma non solo.

Il turismo archeologico. «In Sardegna ci sono tanti siti che hanno bisogno di essere valorizzati – ammette l’assessore –. Dal Sinis alla Marmilla, a Porto Torres. Il nostro obiettivo è quello di renderli fruibili non solo al turismo studentesco, ma al turismo in generale. È arrivata l’ora di fare conoscere il gigante sito archeologico su cui viviamo. Con la giunta ci stiamo lavorando, stiamo cercando di inserire la valorizzazione del patrimonio archeologico nella nuova programmazione comunitaria, ma siamo consapevoli che le risorse non sono illimitate. Anzi. Per questo ritengo occorra sfruttare qualsiasi bando europeo che riguarda la ricerca. Anche perché avviare gli scavi e farli durare ha un costo enorme. Dobbiamo fare tutti la nostra parte. Solo così potremmo vedere finalmente i risultati».

Il pericolo tombaroli. Nel frattempo, però, il rischio è che senza una protezione il patrimonio archeologico venga depredato dai tombaroli. Più o meno quello che è accaduto 40 anni fa a Cabras, prima che i contadini Sisinnio Poddi e Battista Meli si rendessero conto del valore dei frammenti di colonne riportati alla luce dal loro aratro. «I siti più conosciuti, a partire da Monti’Prama, sono abbastanza tutelati e protetti. Ma purtroppo anche in questo caso paghiamo la scarsità di risorse. Di qui anche la decisione di tenere nascosti alcuni scavi o addirittura di non farli nemmeno iniziare».

Il nuovo accordo. Intanto, su Monti’e Prama qualcosa si muove. E non solo nel sottosuolo. «Siamo in attesa di un secondo accordo di programma quadro tra la Regione, i comuni, le soprintendenze e il Ministero di cui ancora deve essere definito l’importo – racconta l’assessore – L’accordo prevederà sia nuovi scavi che la promozione e la valorizzazione sia dei musei di Cagliari e di Cabras che dello stesso sito di Monti’e Prama». Nei prossimi giorni la Firino farà un sopralluogo sulla collina dal cui sottosuolo continuano a riemergere statue e colonne. «Non ho ancora visto nulla, ma sono stata informata che sono state fatte scoperte molto interessanti».

La riunione di giunta. E proprio su Monti’e Prama ieri sono arrivate buone notizie dalla riunione di Giunta. L’assessore, infatti, ha destinato 300mila euro al museo di Cagliari, che, proprio per la presenza dei Giganti, ha bisogno di un nuovo sistema di climatizzazione. In totale la giunta Pigliaru ha stanziato per la Cultura 6 milioni e 250 mila euro, di cui 5 per il restauro di Villa Laura a Cagliari, destinata - è il sogno della Fiorino - a diventare la porta d’ingresso del parco archeologico di Tuvixeddu.

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