La Nuova Sardegna

Commedia in limba Inno all’identità immersi nelle risate

PERDASDEFOGU. Due ore di sorrisi per un inno in limba all'identità, alla difesa del dialetto imparato nel villaggio dove si è nati. È la rivincita del teatro sardo contemporaneo, etnico a tutto tondo,...

09 luglio 2014
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PERDASDEFOGU. Due ore di sorrisi per un inno in limba all'identità, alla difesa del dialetto imparato nel villaggio dove si è nati. È la rivincita del teatro sardo contemporaneo, etnico a tutto tondo, usato per lanciare messaggi politici e sociali. Vengono da una commedia dialettale ("Filla mia de Continenti") di Antonio Contu di San Gavino, portata in scena a Perdasdefogu, per la prima, dalla Compagnia teatrale "Sa brulla", regia di Anna Sicolo. Pièce divertente come ogni commedia che si rispetti come auspicava Jean de Santeuil, quello del "castigat ridendo mores". Satira moralizzatrice.

I tre atti andato in scena in piazza san Pietro hanno colpito nel segno. Il protagonista dell'opera (Corrado, interpretato da Mario Lai) è un universitario sardo nella penisola e si vergogna dei genitori che non parlano l'italiano. Antonio evita che la fidanzata, una bellissima Francesca (nei panni di Maria Grazia Serreli) vada in Sardegna. Ma è lei, docente di Lettere, a preferire l'isola al Kenia. In Sardegna - su consiglio del parroco zuccheroso don Eliseo (Bruno Salis) - capita a pensione a casa dei futuri suoceri e si instaura un rapporto dolcissimo. Impara il sardo, ama il paese. "Essere sardi non ha senso se non siamo orgogliosi di esserlo".

È un'opera già richiesta in molte piazze. In campidanese musicale è chiarissimo il messaggio. Che va appunto nella difesa dell'orgoglio di essere sardi. Ogni personaggio - dai genitori dello studente (Katia Mura e Gianni Lai Turkino nei panni di Domìniga e Albino) alla perpetua (Giulia Spanu), dalla vicina di casa (Massima Palmas) al padrino e alla madrina di Corrado (Giuseppe Mulas Topìno e Monia Mulas) - si è integrato bene nella parte. Così come lo sono i genitori continentali di Francesca (Rinaldo e Ovidia che prendono le sembianze di Gianni Cabitza e Anna Sicolo giulivi in un matrimonio che più sardo non si può). Colpisce la professionalità degli attori: da quelli principali ai minori. Francesca, che la sardissima Dominiga abbraccerà perché "ses filla mia de Continenti", riesce perfino a far piangere davanti all'ottusità del fidanzato che rinnega le radici, Turkino, che sembra nato sul palco, con quegli arnesi di falegname tra le mani. Oltre mille i presenti e tanti applausi. Sabato 12 luglio bis a Monserrato.

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