La Nuova Sardegna

Banco, adesione in massa allo sciopero

di Luca Fiori
Banco, adesione in massa allo sciopero

Secondo i sindacati il 90% dei dipendenti ha incrociato le braccia contro il blocco delle assunzioni e il taglio degli sportelli

05 luglio 2014
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SASSARI. Volevano dare un segnale forte e lo hanno dato. C’è grande soddisfazione tra le sigle sindacali per l’adesione allo sciopero regionale che ieri ha portato alla chiusura della stragrande maggioranza delle agenzie e degli uffici del Banco di Sardegna dell’isola.

Solo lunedì prossimo si avrà il quadro reale della situazione, ma la stima fatta ieri sera dai sindacati parlava del novanta per cento di adesioni alla giornata di protesta. Una protesta nei confronti delle recenti ristrutturazioni interne che «hanno stravolto - secondo i lavoratori - la storica funzionalità delle filiali». Uno sciopero per migliorare il servizio al credito reso, all’interno del Banco di Sardegna - hanno spiegato i rappresentanti sindacali - in condizioni di crescente difficoltà con un numero insufficiente di dipendenti della rete sportelli. «Stiamo cercando di smuovere la società civile - spiega Ugo Niedda del coordinamento Uilca - per far capire che la nostra protesta nasce per difendere il territorio. Stare dentro un gruppo è fondamentale - conclude Niedda - ma è importante per il bene della Sardegna che istituzioni come quella del Banco rimangano e guardino di più all’isola». Secondo i sindacati sarebbero circa 2500 i dipendenti sui cui pende la decisione dell'azienda di voler «tagliare 500 cosiddetti esuberi». Il Banco, da parte sua, contrappone l’assunzione di un ristretto numero di interinali e rallenta sul piano di tagli e razionalizzazione degli sportelli. È prevista la chiusura, infatti, di una decina di sportelli della Banca di Sassari, laddove si sovrappongono a quelli del Banco, e ancora la chiusura di un’altra decina, stavolta del Banco, in quei paesi dove c’è solo un impiegato. «Speriamo in un cambio di rotta dell’azienda - spiega Silvana Murgia, della Fiba Cisl - per fare banca ci vogliono investimenti su procedure e su personale, non basta chiudere le filiali per risolvere i problemi».

Soddisfazione per la grande adesione allo sciopero anche nelle parole di Maria Antonietta Sotgiu, del coordinamento di Fabi. «C’è stata un’adesione compatta - spiega - è un segnale forte rivolto all’azienda, che deve capire che i problemi di ristrutturazione non possono pagarli i lavoratori e la clientela». Per Emanuele Tecleme (Fisac-Cgil) la situazione per i dipendenti «era diventata insostenibile. Dopo la riorganizzazione dello scorso novembre - spiega il sindacalista - il Banco di Sardegna aveva promesso di rivedere gli assetti organizzativi, ma otto mesi dopo siamo ancora sotto organico. E poi c’è il caso Sardaleasing - conclude Tecleme - uno scippo che fa perdere valore all’istituto».

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