La Nuova Sardegna

Abusi edilizi, da settembre le ruspe demoliranno 100 case

di Giampiero Cocco
Abusi edilizi, da settembre le ruspe demoliranno 100 case

Il procuratore Fiordalisi ha incaricato 30 ingegneri di predisporre la parte tecnica dell'intervento. Gli immobili sparsi in tutta la Gallura sono stati individuati attraverso le sentenze passate in giudicato

04 luglio 2014
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TEMPIO. Domenico Fiordalisi ha già predisposto la campagna d’autunno contro l’abusivismo edilizio in Gallura. Da settembre a novembre inoltrato prevede di demolire a colpi di maglio oltre cento case. L’incarico di predisporre i piani per l’intervento tecnico e le perizie necessarie per dare il via libera agli abbattimenti “chirurgici” degli immobili abusivi (sinora segreti) nelle diverse località individuate dall’ufficio demolizioni della Procura gallurese è già stato affidato a una trentina di ingegneri. I quali, entro la fine dell’estate, dovranno presentare al capo della Procura i loro elaborati comprensivi di costi d’intervento e della necessaria fattibilità. Anche perché, in diversi casi, c’è da abbattere soltanto porzioni di fabbricati realizzati abusivamente e per i quali è già intervenuta una sentenza irrevocabile di demolizione, mai resa operativa dai diversi comuni nei quali ricadono le strutture abusive.

Da Santa Teresa passando per Palau, le campagne e le coste di Arzachena, Porto Istana (4 villette) e Olbia, dove è concentrato il numero più alto di abusi da sanare a colpi di ruspa. «In questi giorni sono in corso le ricognizioni delle case da parte di un gruppo individuato dalla Procura e potenziato di recente con tre ingegneri, un attività che precede le demolizioni», ha detto ieri il procuratore Domenico Fiordalisi nell’illustrare il suo piano di intervento. I nuovi edifici da abbattere sono stati individuati spulciando tra le sentenze emesse dalle ex preture di Olbia, Tempio e la Maddalena, dal tribunale e dalle ex sezioni staccate, sentenze di demolizione passate in giudicato e mai messe in esecuzione per le motivazioni più disparate, prima tra tutte l’impopolarità che si andrebbe ad abbattere, con il mattone, sul politico che la dispone. Domenico Fiordalisi, che nell’armadio del suo ufficio ha come soprammobile una ruspa in miniatura, ha parlato di intervento su «seconde case effettive anche se la Cassazione ha stabilito che tra esigenze abitative e quelle della tutela del paesaggio, prevale sempre quest'ultimo».

Il procuratore gallurese, poco meno di una settimana fa, auspicava la costituzione di una autorità nazionale contro gli abusi edilizi. «Ai sindaci deve subentrare una agenzia nazionale che si occupi delle demolizioni in tutt’Italia – aveva detto in un convegno di specialisti a Sassari –, gli amministratori sono troppo esposti: magari le ordinanze le firmano pure a centinaia, ma poi non hanno la forza di farle eseguire, ci sono troppi timori per la campagna elettorale e per i contraccolpi al momento del voto». L’ultimo caso di ribellione collettiva era accaduto alla Maddalena nell’aprile scorso, quando davanti alle ruspe inviate nell’arcipelago per abbattere una serie di case realizzate abusivamente si era formata una catena umana con in testa il sindaco e i consiglieri comunali. Una situazione di estrema tensione che aveva portato alla “militarizzazione” dell’area nella quale dovevano operare le ruspe, i cui manovratori vennero insultati pesantemente e anche minacciati di morte da diversi cittadini che erano riusciti ad aggirare il cordone di sicurezza delle forze dell’ordine. Per queste manifestazioni di intemperanza è stata aperta una azione penale a carico di quattro persone. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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