La Nuova Sardegna

E.On, ora c’è più ottimismo sul futuro

di Gianni Bazzoni
E.On, ora c’è più ottimismo sul futuro

Dopo l’intesa con Regione e Provincia la soddisfazione di Silvio Lai (Pd): nuova attenzione per il centro-nord dell’isola

03 luglio 2014
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SASSARI. Difendere l’investimento, salvaguardare lo sviluppo e la strategicità del sito di produzione energetica di Fiume Santo. E fare in modo che E.On possa procedere celermente con le operazioni di vendita della centrale del nord Sardegna. Sono queste le valutazioni principali che organizzazioni sindacali e istituzioni hanno evidenziato all’indomani della firma dell’intesa siglata con i dirigenti della multinazionale tedesca alla presenza dell’assessore regionale all’Industria Maria Grazia Piras e di quello provinciale al Lavoro Rosario Musmeci (che ha svolto un ruolo fondamentale nella lunga fase di preparazione dell’accordo).

La parte più interessante è sicuramente quella del documento “politico”. Lì ci sono tutti gli elementi che indicano un cambio di passo e la necessità di non lasciare incertezze nel percorso intrapreso da E.On. È specificato con chiarezza che l’azienda «provvederà a presentare istanza volta ad ottenere una nuova proroga per la costruzione del quinto gruppo, il prima possibile e comunque entro i tempi tecnici necessari». Una scelta importante, perché permetterà a chi prenderà il posto di E.On a Fiume Santo di operare da subito pienamente, con le autorizzazioni in regola e senza problemi per l’investimento pianificato. E su questo punto c’è il pieno appoggio dei sindacati e delle istituzioni, con la Regione e la Provincia che si sono impegnate «a condurre le evidenze dell’intesa definita con E.On dinnanzi al ministero dello Sviluppo economico».

Ci sarà, quindi, un presidio continuo da parte dei sindacati e delle istituzioni per evitare pericolosi passi indietro e per fare in modo che il processo di vendita avviato da E.On proceda senza altre sorprese.

E sulla vicenda E.On-Fiume Santo è tornato ieri anche il senatore del Partito democratico Silvio Lai che - di recente - aveva presentato una interrogazione parlamentare per chiedere conto dell’avvio delle bonifiche e della demolizione dei gruppi 1 e 2 (fermi ormai dal dicembre 2013).

«Se il Governo, come spero, concederà la proroga alla scadenza prevista, E.On potrà procedere alla vendita dell’asset di Fiume Santo – ha detto Lai – con un’autorizzazione vigente per i nuovi investitori».

Il senatore del Pd sottolinea che la Regione ha fatto bene a siglare l’intesa con E.On, sindacati e Provincia: «È la conferma che esiste una nuova attenzione anche per i territori del centro-nord dell’Isola – ha proseguito Silvio Lai – , tuttavia non deve abbassare la guardia nel rapporto con la multinazionale tedesca. La proroga, infatti, non deve significare un rinvio sine die degli investimenti già previsti da oltre cinque anni, nè una subalternità già vista da parte delle istituzioni regionali che negli anni nei confronti di E.On che ha visto ben ripagati i suoi investimenti con oltre 100 milioni di utili l’anno. E sui quali - per gentile concessione della giunta Cappellacci - non paga le tasse in Sardegna nonostante gli impegni assunti nel 2008 con l’esecutivo di centrosinistra».

Silvio Lai poi pone un’altra questione centrale. «È importante che ci si assicuri – ha sottolineato il senatore del Pd – che chi comprerà E.On Italia si impegni a costruire il quinto gruppo, senza il quale la centrale è condannata alla morte entro 10 anni. È altrettanto fondamentale che la Regione si adoperi affinchè non ci siano ulteriori ritardi da parte della multinazionale tedesca sull’avvio delle demolizioni e smantellamento dei gruppi 1 e 2, chiusi perché gravemente dannosi per la salute e per l’ambiente. A questo si uniscono i lavori di bonifica degli stessi impianti, per un costo di oltre 20milioni di euro, che devono essere avviati immediatamente coinvolgendo le imprese del territorio».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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