La Nuova Sardegna

E.On chiederà la proroga per il quinto gruppo

di Gianni Bazzoni
E.On chiederà la proroga per il quinto gruppo

Regione e Provincia convincono i tedeschi a non forzare sui lavoratori in mobilità E ora si va con più ottimismo al tavolo ministeriale per l’apertura dei cantieri

02 luglio 2014
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SASSARI. Niente licenziamenti, e neppure forzature per collocare lavoratori in mobilità. La vertenza Fiume Santo segna un punto a favore di organizzazioni sindacali e istituzioni e riporta E.On a un tavolo di confronto sul quale compaiono le priorità da attuare. Questi gli elementi emersi dall’incontro che si è tenuto lunedì pomeriggio negli uffici della Regione, in via Roma a Sassari e al quale hanno partecipato l’assessore regionale all’Industria Maria Grazia Piras e quello provinciale al Lavoro Rosario Musmeci.

La multinazionale tedesca ha modificato in parte la propria posizione, condividendo un percorso (frutto anche della mediazione di Regione e Provincia) e ha sottoscritto due documenti - uno tecnico e l’altro politico - dai quali emerge la scelta di chiedere la proroga - la scadenza è quella del 4 dicembre - per la costruzione del nuovo gruppo energetico a Fiume Santo. Un segnale chiaro che sembra restituire efficacia anche alle altre iniziative collegate ai progetti occupazionali attraverso le bonifiche e la tutela dell’ambiente.

La mobilità. Inizialmente E.On era partita con la dichiarazione di 120 esuberi: un annuncio dato circa due anni fa e trascinato in più situazioni che hanno fatto scattare scioperi a catena. Alla fine si era giunti a una sintesi di 70 lavoratori da collocare in mobilità, niente più licenziamenti. Una situazione figlia della fermata inevitabile dei vecchi gruppi 1 e 2 e della mancata realizzazione del quinto. La scadenza per le procedure era proprio il 30 giugno.

L’accordo. Per la gestione degli esuberi è stato siglato - nell’ultimo giorno utile - un accordo tecnico che prevede un percorso senza forzature. Nel senso che alla mobilità potranno accedere i lavoratori che non si opporranno (per scelta, quindi) e che avranno maturato i requisiti. In sostanza quelli più vicini alla pensione che potranno essere “accompagnati” anche con incentivi economici. Previsto un monitoraggio mensile fino al 30 novembre con decisioni collegiali che, in ogni caso, non prevedono eventuali licenziamenti.

Documento politico. Dalla mediazione di lunedì emerge anche un documento politico che Regione e Provincia intendono portare all’attenzione del ministero dello Sviluppo economico. L’obiettivo è quello di dare alla vertenza una dimensione regionale e nazionale, per fare in modo che si aprano i cantieri (quello di Fiume Santo è l’unico gruppo finora autorizzato e dotato di tutte le licenze in materia ambientale). Al tavolo ministeriale si parlerà della demolizione dei gruppi 1 e 2, delle bonifiche già pianificate, della ristrutturazione dei gruppi 3 e 4 (il rischio altrimenti è che ci si trovi a breve nella stessa condizione di quella dei vecchi 1 e 2 ) e della costruzione del quinto. E forse non è un caso che stavolta E.On abbia confermato la decisione di presentare (prima del 4 dicembre) la richiesta per la proroga dell’autorizzazione relativa alla costruzione del nuovo impianto di produzione energetica.

Per ora c’è moderata soddisfazione da parte di sindacati e istituzioni, nessuno è disposto ad abbassare la guardia visto come sono andate finora le cose con E.On.

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