La Nuova Sardegna

Litiga con l’ambulante e poi gli spara

di Andrea Massidda
Litiga con l’ambulante e poi gli spara

Ricercato un 24enne per il ferimento di un senegalese che cercava di farsi restituire una decina di cappelli

30 giugno 2014
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ALGHERO. Ha tentato di farsi restituire una decina di cappelli che un giovane gli aveva appena portato via dal banchetto di vendita allestito davanti ai principali giardini pubblici della città. Ma invece di rendergli la merce il tipo ha estratto dalla tasca una pistola e - poco dopo la mezzanotte di ieri, in pieno centro e davanti a centinaia di persone allibite - gli ha sparato alle gambe lasciandolo a terra sanguinante, con un proiettile che fortunatamente ha trapassato la coscia sinistra senza toccare l’arteria femorale. È vivo per miracolo, Mbaye Diop, un ambulante senegalese di quarant’anni che da un po’ di tempo era finito nel mirino di una banda di bulli algheresi: vessazioni e dispetti continui che nella notte tra sabato e domenica sono sfociati prima in un alterco e poi in un assurdo gesto criminale, a metà tra l’arroganza tipica del branco e il razzismo. Immediatamente soccorso dai sanitari del 118, l’uomo se l’è cavata soltanto con una ferita guaribile in trenta giorni ed è ricoverato all’ospedale civile. Nel frattempo i carabinieri, cui sono affidate le indagini coordinate dal sostituto procuratore di turno Gianni Caria, avrebbero già identificato l’autore di quello che potrebbe configurarsi come un tentato omicidio. Sarebbe un pregiudicato di circa 24 anni, che però al momento risulta irreperibile. Tanto che da parte dei militari è in corso una vera propria caccia all’uomo. Tuttavia non è escluso che, magari sotto consiglio del suo avvocato di fiducia, il giovane possa decidere di costituirsi nelle prossime ore.

Far west in pieno centro. L’inquietante episodio si è verificato in via Cagliari, una strada frequentatissima a poche centinaia di metri dal porto turistico, dove - ironia della sorte - proprio nel momento della sparatoria migliaia di persone stavano assistendo allo spettacolo conclusivo del “Pride Sardegna”, una colorata festa per i diritti degli omosessuali e contro ogni forma di discriminazione. Con il neo eletto sindaco Mario Bruno che aveva appena fatto i saluti ufficiali rivendicando giustamente per Alghero un ruolo primario nell’accoglienza e nella tolleranza. Nessuno poteva immaginare che intanto lì vicino c’era il finimondo e che sembrava di essere nel far west, invece che in un parco. Secondo il racconto di alcuni testimoni, l’ambulante senegalese (munito di regolare licenza di vendita) stava cercando con le buone maniere ma con fermezza di rientrare in possesso di alcune pagliette che un gruppo di giovani del posto gli aveva sottratto in un istante di distrazione. Mbaye Diop, affaticato da un’intera giornata di lavoro, non aveva alcuna voglia di mettersi a discutere, tantomeno di litigare con chi da qualche giorno lo importunava rovesciandogli a terra la merce o gli stand. Ma quando ha insistito affinché i cappelli gli venissero restituiti si è trovato davanti una pistola. Secondo una primissima ricostruzione dei fatti, i colpi esplosi sarebbero tre, ai quali sono seguite le urla dei passanti. I carabinieri del Nucleo investigativo provinciale, che al comando del maggiore Giuseppe Urpi stanno svolgendo le indagini insieme con i colleghi della compagnia cittadina, fanno notare che soltanto per un caso fortuito il gesto non ha avuto conseguenze drammatiche: a quell’ora, specie d’estate, il cuore della movida pulsa di persone desiderose di trascorrere la serata in allegria. E un proiettile vagante avrebbe potuto colpire chiunque. «Appena ho sentito gli spari mi sono buttata sotto il bancone», racconta ancora terrorizzata la cameriera di un locale nei paraggi.

Caccia all’uomo. Raccolte le prime testimonianze, i militari si sono subito messi a caccia del giovane sospettato di aver calcato il grilletto. Ma di lui si sono perse le tracce, non è stato trovato nemmeno nella sua abitazione, perquisita durante la notte. Il ragazzo è dunque ufficialmente ricercato ed è verosimile che in Procura abbiano già iscritto il suo nome nel registro degli indagati. Le ipotesi di reato potrebbero essere molto pesanti: tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco.

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