La Nuova Sardegna

Il sindaco al ferito: «Questa è la tua città»

Il sindaco al ferito: «Questa è la tua città»

In ospedale Mario Bruno ha parlato a lungo con Mbaye Diop: «Valuteremo se intensificare i controlli»

30 giugno 2014
2 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. «Un gesto folle e totalmente estraneo a ogni valore della nostra comunità». Sono, come è ovvio che sia, parole di condanna e di sgomento quelle pronunciate dal sindaco di Alghero Mario Bruno a proposito dei proiettili di pistola sparati l’altra notte su un ambulante senegalese, munito – è il caso di sottolinearlo, anche perché non si pensi a una guerra commerciale – di regolare licenza di vendita. Il primo cittadino, eletto appena venti giorni fa, ieri ha atteso l’orario delle visite per andare a trovare l’uomo senegalese, vittima della sparatoria, che è ricoverato nel reparto di chirurgia dell’ospedale civile. «Sono andato a esprimergli la mia personale solidarietà e quella di tutti i cittadini di Alghero – racconta Bruno – e con piacere ho notato che anche gli altri pazienti erano tutti preoccupati del suo stato di salute e gli hanno mostrato solidarietà».

Compatibilmente con quanto gli è accaduto Mbaye Diop sta bene, anche se ovviamente ha un grande bisogno di riposo e dovrà restare sotto stretta osservazione da parte dei medici. Alla terapia di antibiotici seguirà presto un accurato controllo da parte dell’ortopedico. Certo, il suo morale non può essere al massimo. «Effettivamente – prosegue il sindaco – ho trovato un uomo molto dispiaciuto, una persona che di sicuro non si aspettava di vivere un incubo simile. Abbiamo discusso a lungo senza però entrare nel merito del fatto dell’altra notte. Gli ho detto che Alghero è comunque una città dell’accoglienza, un luogo che tradizionalmente è sempre stato aperto a tutte le diversità. Anzi, gli ho spiegato che Alghero è anche la sua città, così come lo è di tutti gli altri suoi connazionali che vi risiedono da svariati anni e si sono sempre mostrati come persone perbene e rispettose del prossimo».

Rimane tuttavia lo sconcerto per un fatto gravissimo. A luglio dell’anno scorso un ambulante senegalese di 35 anni, sposato, con due figli e regolarmente residente a Sassari, era stato picchiato perché voleva vendere braccialetti ai clienti di un bar davanti al porto turistico. Ma invece di rimediare qualche euro sufficiente a sbarcare il lunario si era beccato calci e pugni sul viso e all'addome. «Valuteremo se è necessario intensificare i controlli», conclude Mario Bruno. (a.m.)

In Primo Piano
L’incidente

Scontro frontale sulla Sassari-Olbia, cinque feriti in codice rosso

Le nostre iniziative