La Nuova Sardegna

Il jazz e il blues vincono il festival degli aiuti regionali

di Alessandro Pirina
Il jazz e il blues vincono il festival degli aiuti regionali

Alle rassegne musicali la quota più alta dei finanziamenti Nel 2013 stanziati complessivamente 3,2 milioni di euro

29 giugno 2014
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SASSARI. La Sardegna come la Louisiana. Ormai il jazz e il blues sono le maggiori attrazioni turistiche dell'isola. Da Berchidda a Nuoro, passando per Sant’Anna Arresi, Narcao e Porto Rotondo, in estate è tutto un pullulare di eventi dedicati alla musica di origine afroamericana. Una proliferazione di trombe, sassofoni e clarinetti di cui da qualche tempo tiene conto anche la Regione, che ha riservato ai festival jazz una parte cospicua dei 3 milioni e 200mila euro destinati alle manifestazioni di grande interesse turistico. Un milione e 98mila sono destinati ai grandi eventi identitari, un capitolo a parte. Ma dei restanti due milioni e 100mila il 35 per cento va alle rassegne jazz contro il 20 dell'artigianato e il 10 di quel variegato segmento che è il turismo culturale, con al suo interno rievocazioni storiche, sfilate in costume, festival della letteratura e della filosofia. Le kermesse gastronomiche, il folk, il turismo equestre, il cinema e i grandi eventi di spettacolo devono accontentarsi del 6 per cento dei fondi, mentre allo sport è stato destinato solo il 5.

Gli eventi identitari. Fuori dalla graduatoria i grandi eventi identitari, ovvero le più importanti kermesse della tradizione, a cui nel 2013 la Regione, ancora a guida Cappellacci, ha destinato un milione e 98mila euro, più o meno un terzo dell'ammontare utilizzato dall'assessorato al Turismo per finanziare le manifestazioni di grande interesse. Tra gli eventi identitari a ricevere i maggiori contributi è stata la festa di Sant'Efisio: 237mila euro, pari al 55 per cento dei 430mila spesi per la sua organizzazione. In percentuale, però, più della grande sagra di Cagliari ha ottenuto la festa di San Francesco di Lula: 23mila euro, pari al 73 per cento dei 32mila necessari. Hanno poi avuto il 63 per cento del totale sia il Redentore di Nuoro (118mila su 187mila) che l'Ardia di Sedilo (63mila su 100mila). Percentuali più basse, ma cifre più cospicue, per la Cavalcata di Sassari (177mila su 547mila, pari al 32 per cento), la Sartiglia di Oristano (126mila su 405mila, ovvero il 31) e i Candelieri (106mila su 524mila, pari al 20). L'elenco prosegue poi con l'Antico sposalizio selargino a quota 71mila, la Sciampitta di Quartu 55mila e San Simplicio di Olbia 47mila. Ultimi in graduatoria con 23mila euro di contributo regionale la festa di Sant'Antioco, la corsa degli Scalzi di Cabras e la Settimana santa di Iglesias.

Il jazz e il blues. I restanti 2 milioni e 100mila euro sono stati distribuiti dalla Regione agli altri network, in base alla nuova griglia di valutazione voluta un anno fa dall'ex assessore Luigi Crisponi. A fare la parte del leone sono le rassegne di musica jazz e blues, che grazie ai grandi nomi di respiro internazionale si dividono il 35 per cento della torta destinata alle manifestazioni di interesse turistico. A ognuna però massimo 50mila euro di finanziamento. Una cifra che se per le kermesse più rinomate come il Time in jazz può rappresentare appena il 15 per cento, o il 12 per il Rocce rosse e il 27 per Narcao blues, per altre invece arriva a coprire gran parte dei costi. È il caso del Portorotondo jazz festival di recente conio: i 50mila euro equivalgono, infatti, al 91 per cento dell'intero valore della rassegna. O di Incontro fra territori che si tiene a Lanusei, che con la stessa cifra copre il 77 per cento dei costi totali.

L’artigianato. Il 20 per cento dei contributi sono riservati a fiere, mostre-mercato, esposizioni, tutte legate all’artigianato artistico. I paletti della legge regionale prevedono che ogni iniziativa non possa ricevere più di 15mila euro. Con quella cifra la storica fiera del tappeto di Mogoro, giunta nel 2013 alla sua 52esima edizione, ha potuto coprire il 10 per cento dei costi, mentre quella di Aggius, che ha avuto accesso per la prima volta ai contributi della Regione, non ha avuto bisogno di chiedere altri finanziamenti: con 15mila euro ha pagato l’intera organizzazione.

Il turismo culturale. Poco più di 200mila euro sono stati i fondi riservati al turismo culturale, un network dai mille volti, visto che comprende manifestazioni storiche, celebrazioni in costume e convegni, ma anche festival ed eventi teatrali. Anche in questo caso la Regione ha fissato un tetto massimo di 30mila euro. Ad aggiudicarseli iniziative rinomate come l’Isola delle storie di Gavoi o Monumenti aperti, che però li hanno potuti usare solo per una piccola parte della spesa. Diverso il caso della rassegna nuorese “Su monte sa bidda”, che dei 30mila necessari ne ha ricevuti ben 24mila.

Folk e cavalli. Nella categoria Grande folk nel 2013 la Regione ha distribuito il massimo di 12mila euro a tutti i richiedenti con i requisiti richiesti. Dalla Sagra degli agrumi di Muravera, il 12 per cento del costo totale, ai Tenores a S. Pedru di Nuoro, che, invece, con quella cifra hanno ottenuto l’87 per cento di quanto necessario. Più o meno quello che è accaduto anche nel network del turismo equestre, dove con i 12mila euro le Pariglie di Thiesi hanno organizzato l’intera kermesse, mentre a Fonni per il palio ne sono serviti altri 68mila.

Il cinema. Le star del grande schermo non hanno grande appeal turistico. Così perlomeno si evince dalla legge regionale, che al cinema ha destinato solo il 6 per cento delle risorse. E così festival famosi come Tavolara, La Maddalena o Carloforte devono accontentarsi delle briciole. Al massimo 12mila euro a testa.

Gli altri network. Pochi spiccioli anche per la danza, 5mila euro a evento, mentre va meglio agli eventi di spettacolo, 20mila per ognuno, anche se in questo secondo caso si tratta di manifestazioni che richiedono necessariamente il supporto anche di sponsor privati. Il 5 per cento dei fondi è, infine, riservato allo sport. La percentuale più bassa, ma per ogni evento la Regione può contribuire fino a 50mila euro.

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