La Nuova Sardegna

Sinergie internazionali in crescita

Ecco perché aumentano gli studenti che partono per esperienze all’estero

26 giugno 2014
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SASSARI. E la mobilità internazionale? Da questo punto di vista l'università di Sassari eccelle su scala italiana. E così non ci sta proprio a passare in graduatoria come uno dei tanti atenei pubblici poco attenti su un versante delicatissimo come l'apertura verso il mondo esterno.

Nella più recente classifica del "Sole 24 Ore" - ripresa dalla "Nuova" in chiave regionale nell’edizione di martedì scorso - Sassari è collocata al numero 17 su 61 sedi accademiche statali. Quindi in una buona posizione. Che diventa addirittura ottima se si considera come l'elenco non preveda distinzioni tra università grandi, medie e piccole, secondo quanto si può apprezzare invece in altre "griglie" di valutazione, per esempio in quella del Censis. Ma con ogni probabilità i dati presi in considerazione dal quotidiano economico finanziario non sono aggiornatissimi, viste le ultime performance davvero di rispetto toccate dal Nord Sardegna nello specifico settore.

«Questo risultato è frutto di un grande impegno nell'internazionalizzazione che ha portato all'incremento costante dei flussi in entrata e in uscita sia per mobilità di studio sia per tirocinio - commentano perciò nell'università di Sassari - I complessivi crediti formativi (Cfu) raggiunti all'estero dagli studenti del nostro ateneo nell'ambito del programma Erasmus, per esempio, sono passati dai 5406,70 del primo anno ai 9883,04 dell'ultimo anno considerato in quest'arco di tempo». Si fa notare poi che, per i Cfu conseguiti per mese dagli iscritti in mobilità studentesca, la media di 3,56 è più alta rispetto ai crediti assegnati per media-mese agli studenti rimasti a Sassari (2,4).

«I dati delle mobilità ragioni di studio 2014-’15, del placement 2013-’14 e dell'Ulisse 2013-’14, in fase di elaborazione, sono ancora più notevoli e dimostreranno l'ulteriore crescita in questo campo», sottolineano ancora in ateneo.

«Ma al di là di ogni altra considerazione basata sulle statistiche noi crediamo con forza in un modello di studio che comprenda sempre una o più esperienze all'estero - rileva lo storico Piero Sanna, delegato all'internazionalizzazione - I risultati di questi tirocini e di questa formazione sono davanti agli occhi di tutti». «Per capirlo basta allargare l'orizzonte esaminando altri dati, quelli di Alma Laurea, per esempio - spiega il docente - Contro una media nazionale del 10% di ex studenti che hanno fatto esperienze all'estero nel loro corso accademico, il nostro ateneo può vantare tra i suoi laureati una media pari al 17%». «Un numero in assoluto equivalente a quello di Cagliari, che pure ha quasi il triplo degli iscritti», conclude il professore sassarese. (pgp)

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