La Nuova Sardegna

Desertificazione e nubifragi ai raggi X Nuove contromisure

di Pier Giorgio Pinna
Desertificazione e nubifragi ai raggi X Nuove contromisure

Alghero: tre giorni di convegni con specialisti internazionali Mobilitati 120 ricercatori per fornire le risposte più efficaci

26 giugno 2014
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ALGHERO. Effetto serra. Siccità. Desertificazione. Inondazioni. Bombe d'acqua dai contraccolpi violenti, angoscianti, tragici. Oggi tutti gli eventi naturali estremi, tra loro drammaticamente contrapposti, chiamano sempre più a raccolta il mondo scientifico. Dagli allarmi in Sardegna a moderne strategie di reazione in tutto il Mediterraneo. Se n'è cominciato a parlare ieri pomeriggio nel chiostro di San Francesco. Una pre-conferenza dal titolo "Desertification and its relation to climate, environment and agriculture". Affidata a relatori di prestigio. Con uno sguardo a casa nostra. Ma non solo. La paura, su questo versante, è generalizzata: s'allarga in ogni continente.

Focus e strategie. Pier Paolo Roggero, docente di Agraria, si è soffermato sulle nuove sfide elaborate nell'Oristanese. «Varare progetti-pilota in grado di mitigare le conseguenze dei cambiamenti climatici». Il naturalista tedesco Norbert Juergens, scienziato dell'ateneo di Amburgo, sulle esperienze fatte in Africa. Con un proficuo dialogo interdiscilplinare.

Conclusioni. A cura di Giuseppe Enne, presidente del Nucleo di ricerca sulla desertificazione che fa capo all'università turritana. Un centro ora diretto da un altro professore sassarese, l'economista Luciano Gutierrez, al quale si deve l'organizzazione della prima iniziativa.

Meeting e relazioni. Sì, perché l'appuntamento di ieri ha preceduto il clou dei tantissimi altri previsti per oggi e domani a Porto Conte Ricerche. Di fatto, il terzo convegno dell'Associazione di Economia agraria e applicata, organizzato dal dipartimento di Agraria dell'università di Sassari. Con una serie di report e dossier che vedono già mobilitati 120 specialisti arrivati nell'isola da ogni parte del globo. A dimostrazione di come questi sconvolgimenti suscitino difficoltà da affrontare con sempre maggiore efficacia in qualsiasi parte del mondo. Soprattutto per analizzare e promuovere nuove contromisure tese a contenere gli effetti più disastrosi.

La memoria. Quasi inutile sottolineare come, nel preoccupante quadro al centro dei lavori, il ricordo collettivo sia subito andato al Ciclone Cleopatra che il 18 novembre scorso si è abbattuto sulla Sardegna, dalla Gallura all'Oristanese, provocando la morte di 19 persone e danni per 650 milioni. E, un attimo più tardi, alle recenti alluvioni che qualche settimana fa hanno prima devastato Santa Teresa e poi, nei giorni scorsi, trasformato in un mare di fango Sorso e le sue spiagge.

Estese implicazioni. Spiega il professor Roggero: «Con il Nucleo di Sassari siamo riusciti a entrare nel network internazionale che per conto dell'Onu chiama gli scienziati a dare risposte contro la desertificazione e altri fenomeni estremi. Un'organizzazione che vede in campo solo una quindicina d'istituti per la ricerca in tutto il mondo. Nel Mediterraneo operiamo noi e un gruppo spagnolo. Fra l'altro, in questo momento, si lavora in vista dell'organizzazione della terza conferenza scientifica internazionale che si terrà in Messico nel marzo 2015».

I provvedimenti. Tutti aspetti dalle sfaccettature molto ampie, oggi ai raggi X. Con ogni strumento e fattore di forte reazione che può essere dispiegato per contrastare eventi apocalittici. Un focus sul degrado del suolo dal quale dovranno scaturire politiche e strategie per prevenire le catastrofi e ridurne gli effetti.

Chance e opportunità. Un po' quel che tra stamane e domani sera faranno i ricercatori riuniti a Porto Conte. Gli specialisti affronteranno comunque altri argomenti collegati. Difficoltà causate dall'incremento mondiale della domanda della produzioni di cibo. Preoccupazioni per il degrado ambientale. Contromisure nei confronti dei cambiamenti del clima. Timori provocati dagli attacchi alla sicurezza alimentare.

Le problematiche. «Negli anni più recenti il consistente aumento dei prodotti agricoli e la loro volatilità hanno minacciato il benessere di milioni di persone in diverse aree del mondo - sottolineano gli organizzatori della due-giorni- E questi aspetti, ancora una volta legati all'agricoltura e alla nutrizione, sono ormai ritornati ai primi punti delle agende politiche di tutti i Paesi». Un insieme di questioni che richiede la predisposizione d'interventi per il management dei rischi. «In modo che individui, famiglie e comunità siano capaci di rispondere ai mutamenti in atto», si fa osservare.

Svolte e rimedi. La bio-economia sostenibile può giocare un ruolo chiave. E forse sarà proprio questo convegno a fornire alcune risposte importanti. Fra l'altro, per le molte affinità fra gli indirizzi, le politiche attuate dall'Ente Parco e le tematiche discusse nel meeting, spunta adesso un ulteriore obiettivo possibile: ridurre i divari di conoscenza nella comprensione delle interazioni tra economia, società, ambiente. «Identificando strategie e metodi - viene chiarito in ultima analisi - per reagire con estrema determinazione di fronte a disastri che si ripetono con sempre maggiore frequenza anche alle nostre latitudini».

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