La Nuova Sardegna

parla il penalista

L’avvocato Marras: «Non c’erano riscontri alle accuse»

L’avvocato Marras: «Non c’erano riscontri alle accuse»

SASSARI. «In 32 anni di professione, questo è stato uno dei processi più difficili e più sentiti». Agostinangelo Marras, difensore con Mattia Doneddu del poliziotto penitenziario Mario Sanna, ha...

25 giugno 2014
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SASSARI. «In 32 anni di professione, questo è stato uno dei processi più difficili e più sentiti». Agostinangelo Marras, difensore con Mattia Doneddu del poliziotto penitenziario Mario Sanna, ha ancora in circolo l’adrenalina dell’attesa di una sentenza che ha vissuto con fortissima partecipazione. «Non perché avessi dubbi sul mio assistito – spiega –. Mai come in questo caso ho avuto da subito l’istintiva e processuale consapevolezza dell’innocenza di questa persona e quindi della infondatezza delle accuse». «Questa convinzione – prosegue il penalista – ha trovato conferma nel fatto che, fin dal primo momento, il pm e la parte civile non hanno saputo rispondere a una semplice domanda: perché Mario Sanna, una persona integerrima e stimata, si sarebbe dovuto prestare a una operazione di questo tipo? Neppure Giuseppe Bigella ha saputo rispondere». Agostinangelo Marras ora aspetta le motivazioni della sentenza. «Mi aspetto – dice – che dicano alcune cose: che la perizia disposta dalla corte si è conclusa con l’affermazione che Marco Erittu morì per impiccagione incompleta, che mancano completamente i riscontri alle accuse di Giuseppe Bigella e che questa persona si è rivelata come un calunniatore». Il penalista rivela una circostanza emersa durante il dibattimento: Giuseppe Bigella aveva già accusato Pio Vandi di essere il mandante di un delitto. «Accadde – racconta – quando calunniò il figlio di Fernanda Zirulia, la sua vittima, sostenendo che il delitto era stato compiuto a margine di un traffico di droga gestito da Vandi». Una vera ossessione, quella contro il compagno di detenzione, che secondo Agostinangelo Marras spinse Bigella a inventare l’omicidio di Marco Erittu. «E in quel momento – conclude – ha travolto l’esistenza di Mario Sanna, solo perché si trovava in servizio quella sera».(d.s.)

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