La Nuova Sardegna

Pps, match bis giunta-ecologisti

di Pier Giorgio Pinna
Pps, match bis giunta-ecologisti

L’assessore continua a rassicurare. Gruppo d’intervento e Italia Nostra: «Tutti i rischi restano»

24 giugno 2014
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Su tutela dell’ambiente e Pps ci sono altri attacchi del Gruppo d’intervento giuridico e di Italia Nostra alla giunta regionale. «I pericoli di nuove colate di cemento sono tutt’altro che sventati», dicono. Così arriva l’immediata controreplica dell’assessore all’Urbanistica. A nome dell’esecutivo Cristiano Erriu, del Pd, dopo l’intervista pubblicata ieri, riconferma in pieno i toni distensivi. E sostiene ancora che «tutti noi, così come gli ecologisti, lavoriamo per lo stesso bene comune: la salvaguardia del territorio sardo». «Non abbandoniamoci a contrapposizioni sterili perché siamo dalla stessa parte», spiega ancora. Però gli ambientalisti che hanno sollevato la querelle negli ultimi giorni non ci stanno. Anzi, rafforzano le contestazioni. Per loro, alcune questioni procedurali e di metodo minacciano di compromettere l’esigenza più importante. «Arrivare all’obiettivo finale della salvaguardia delle coste e delle zone interne da proteggere dalle speculazioni edilizie».

Il nodo da sciogliere. Ma qual è, con precisione, il centro di un dibattito che sta raggiungendo toni molti accesi? Il cuore del problema è l’atto del 25 ottobre col quale Cappellacci ha approvato il suo Piano paesaggistico. Secondo l’esecutivo guidato da Francesco Pigliaru, l’annullamento della successiva delibera, quella attuativa, fatta passare dall’ex presidente il 14 febbraio, due giorni prima del voto per le regionali, sarebbe da sola sufficiente a dare ogni garanzia sulla protezione del paesaggio e degli altri beni naturali dell’isola.

Le posizioni. «Perché – rileva Erriu - l’intero Pps sarebbe in quel modo privo di qualsiasi efficacia». I rappresentanti dei due gruppi, così come aveva fatto in precedenti dichiarazioni l’ex assessore Gian Valerio Sanna, anche lui del Pd, propongono un’interpretazione opposta. E cioè che dalla mancata cancellazione del primo provvedimento voluto dal centrodestra derivino ancora oggi situazioni di potenziale pericolo fortemente negative. «Meglio avrebbe fatto quindi la giunta a cancellare anche quella», concludono. Chiosa infatti il Gruppo d’intervento giuridico: «Spiace doverlo sottolineare, ma sono l'assessore Erriu e il resto della giunta a prendere una cantonata. Intanto, sbagliano nel tener in piedi la delibera di prima adozione del piano Cappellacci perchè è produttiva di effetti: modifica parti del Ppr di Soru. E poi sbagliano un’altra volta perché quell’atto è radicalmente viziato in assenza della co-pianificazione con il ministero per i beni e le attività culturali». «Peggio per loro, ma anche peggio per l'ambiente della Sardegna – è la conclusione di Grig - Noi in ogni caso continueremo la nostra battaglia di legalità per la difesa dell'isola.

Ancora puntualizzazioni. Replica l’assessore: «Su quella delibera del 25 ottobre bisogna andare a vedere il primo comma dell'articolo 87 delle norme tecniche d’attuazione, in coda agli allegati. Là dove dice: "Il Ppr, con successive varianti, atti di aggiornamento e revisione, diventa efficace il giorno successivo a quello della pubblicazione sul Buras della delibera d’approvazione definitiva da parte della giunta e conserva la propria efficacia a tempo indeterminato". Ovvero, sempre secondo Erriu, il Pps avrebbe potuto produrre effetti solo dopo la pubblicazione sul Bollettino del provvedimento finale. «Ma dato che questa, all’indomani del 14 febbraio, non c’è mai stata, ne deriva che non c’è nulla da temere», insiste l’assessore.

Prooposte di stralcio. Ma perché non fare un semplice atto amministrativo per salvare la cartografia aggiornata e spazzare via tutto il resto? «Abbiamo fatto la scelta politica di un lavoro complesso, lungo e impegnativo che vede il confronto con gli amministratori locali e le stesse associazioni ambientaliste - risponde Erriu - E il fatto che il governo abbia sollevato un conflitto d’ attribuzioni non prova niente, si tratta di rapporti tra Stato e l’ex giunta sulla mancata co-pianificazione. Proprio quella collaborazione che invece noi con il Mibac e la sua direzione regionale intendiamo riprendere al più presto a garanzia di tutti».

Tecnici esperti. Da parte di altri professionisti si sostiene invece che gli effetti del Pps deriverebbero dalle norme di attuazione (dall’articolo 69 al 79). Le stesse disposizioni transitorie che, prima del via definitivo, hanno consentito al Ppr di Soru di entrare in vigore fin dal momento della semplice approvazione della Salvacoste. Ma la questione, sul piano del diritto, non è evidentemente così pacifica come tutti sembrano avere interesse a dipingere forzando le interpretazioni a favore della propria tesi.

Messe e a fuoco e denunce. «Certo, è vero: la faccenda è complessa – puntualizza Maria Paola Morittu, giurista che si occupa di beni culturali e dirigente regionale d’Italia Nostra – Ma noi abbiamo detto da subito, anche ai rappresentanti della nuova giunta regionale, che la delibera del 25 ottobre era un pasticcio che andava ritirato». «All’assessore Erriu, il quale sostiene oggi lsa sua inefficacia, faccio notare una contraddizione logica - incalza Morittu – Lui stesso ammette che la cartografia rivista da Cappellacci andava salvata per sanare errori e doppioni del passato. E quindi ammette che almeno quella parte resterà in vigore. Ma allora, posto che si sarebbe potuto salvare quel semplice atto con una delibera ad hoc, per quale ragione quella delibera non dovrebbe produrre anche tutti gli altri effetti».

Contrappunti. La specialista d’Italia Nostra fa poi un’altra considerazione: «Da quel repertorio mancano moltissimi beni, eliminati dal centrodestra ed evidentemente oggi non più tutelabili, dato che adesso per costruire non è necessario neppure un nullaosta: e allora le conseguenze ci sono oppure no?«. «Noi non diciamo che così ci saranno colate di cemento indiscriminate, evidenziamo però confusioni e rischi - sostiene Morittu – Così come ha fatto il governo per l’omessa co-pianificazione decidendo di rivolgersi alla Corte costituzionale»

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Meteo

L’isola si risveglia in pieno inverno: Bruncuspina a -3° e tetti imbiancati a Fonni

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative