La Nuova Sardegna

«Mia sorella era segregata da Furtuna»

di Mauro Lissia
«Mia sorella era segregata da Furtuna»

La cognata del musicista: «Noi parte civile nel processo». L’avvocato di lui: «Tutto falso, sono solo calunnie»

23 giugno 2014
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CAGLIARI. «Ho dovuto tutelare mia sorella Sandra, dopo anni in cui il signor Valentin Furtuna mi ha impedito anche di frequentare la sua casa. Quanto dovevo dire l’ho detto nella sede opportuna, ora io e mio marito nomineremo un legale per costituirci parte civile nel processo»: chi parla è Anna Maria Porcu, la sorella dell’ottantenne Sandra Porcu che accusa il violinista del teatro lirico di averle impedito qualsiasi contatto coi familiari e di averla costretta a vivere sotto lo stesso tetto con la sua amante, sedandola con dosi massicce di psicofarmaci che l’hanno ridotta sulla sedia a rotelle. Furtuna è oggi indagato dal pm Emanuele Secci con le accuse di rapina e lesioni personali aggravate ed è stata lei, Anna Maria Porcu, a raccogliere lo sfogo della sorella e a far avviare con una testimonianza alla polizia giudiziaria l’inchiesta su Furtuna, poi arricchita da altri elementi d’indagine: «Ci difenderemo in ogni sede - annuncia Anna Maria Porcu - ma per adesso non posso aggiungere nulla a quando ho già riferito a chi di dovere. Posso soltanto dire che il servizio pubblicato dalla Nuova Sardegna sabato scorso corrisponde esattamente alla verità e lo dimostreremo nel giudizio, col nostro avvocato».

I fatti, secondo la denuncia dei familiari, sono quindi questi: il violinista, che ha 58 anni, ha reagito alle proteste della moglie ottantenne, che non voleva intrusi in casa, facendole somministrare psicofarmaci e impedendole di frequentare familiari e amici. Ci sarebbe anche un testamento, nel quale Sandra Porcu avrebbe lasciato ogni avere al marito - il secondo marito, era rimasta vedova dopo il primo matrimonio - escludendo la sorella e chiunque altro, testamento scritto da Furtuna. Una sequela di fatti inquietanti fino al giorno in cui, colpita da una crisi respiratoria, la donna è finita in ospedale e ha potuto sfogarsi con la sorella e con altre persone, raccontando quanto era stata costretta a subire. Ora Sandra Porcu vive su una sedia a rotelle e la Procura è impegnata a stabilire se esista una correlazione tra il suo stato di salute e l’uso dei farmaci psicotropi.

Da Furtuna invece, attraverso l’avvocato Sandro Dedoni - nominato probabilmente nelle ultime ore, interpellato direttamente e più volte dal cronista aveva negato di essere il difensore in sede penale del musicista e di conoscere la vicenda - arriva una sequela di smentite. Non ci sarebbe alcun testamento, alla Porcu non sarebbero stati somministrati psicofarmaci o farmaci illegittimi, la consulente della Procura non avrebbe confermato l’uso e i danni degli psicofarmaci ma avrebbe detto altre cose. Ancora: nessuna segregazione. In sostanza, quanto riferito dalla Nuova Sardegna e contenuto nelle denunce dei familiari sarebbe pura fantasia. Compresa la questione dell’appartamento: secondo l’avvocato Dedoni non è stato in base a un provvedimento giudiziale che Furtuna ha lasciato la casa coniugale, ma per una scelta personale. Anche perché sarebbe stato lui e non la moglie a chiedere la separazione.

Scrive ancora l’avvocato Dedoni: «La sorella della Porcu, dopo anni di silenzio e di mancati rapporti con i due coniugi, si avvicina ora alla signora Porcu per fini sconosciuti al mio cliente ma che, a quanto pare, si incentrano tutti sull’illogico e supposto testamento, del tutto inesistente. Atto comunque sempre revocabile dalla Porcu, anche ora». Peraltro la proprietà dell’appartamento - sostiene sempre il legale - sarebbe divisa a metà tra Sandra Porcu e Valentin Furtuna, mentre per il resto la moglie del musicista avrebbe affermato in alcune telefonate alla sorella di essersi «mangiata tutto». L’avvocato Dedoni annuncia infine nella sua nota di smentita che Furtuna procederà per calunnia nei confronti di chi lo accusa «in ogni sede civile, penale e disciplinare».

Nel frattempo l’inchiesta giudiziaria andrà avanti per accertare quale sia la verità. Lavoro non facile, considerate le complesse dinamiche familiari e la delicatezza della vicenda. Acquisiti gli elementi essenziali d’indagine, la Procura dovrebbe sentire nei prossimi giorni Furtuna, mentre secondo voci non confermate ufficialmente il numero degli indagati sarebbe destinato a salire già nei prossimi giorni.

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