La Nuova Sardegna

Olbia, scene da un matrimonio medievale

di Marco Bittau
Olbia, scene da un matrimonio medievale

Una mostra fotografica di Giuseppe Ortu ricostruisce le nozze tra Elena De Lacon e Lamberto Visconti del 1207

22 giugno 2014
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OLBIA. Una storia di amori e di battaglie è l’occasione per un tuffo nella profondità pressoché sconosciuta della Olbia medioevale. Un viaggio nel tempo lungo otto secoli, alle radici del Giudicato di Gallura. Una recherche affidata non a un libro di testo, ma a uno shooting fotografico che colpisce al cuore l’immaginazione e stimola la curiosità.

L’intuizione storica e artistica è del fotografo Giuseppe Ortu, ozierese di nascita ma olbiese di adozione, che dopo un lungo lavoro di ricerca storica (in collaborazione con l’associazione culturale ArcheOlbia) ha ricostruito attraverso una serie di immagini fotografiche un episodio cruciale di quel tempo: il matrimonio tra la tredicenne Elena De Lacon, giudicessa di Gallura, e il pisano Lamberto Visconti, celebrato nella basilica di San Simplicio nel 1207. Evidentemente non si tratta di una semplice storia d’amore, piuttosto il passaggio storico della Gallura del giudice Barisone I consegnata ai pisani proprio attraverso le nozze celebrate tra Lamberto ed Elena. Un matrimonio chiaramente politico che ha condizionato tutta la storia gallurese.

Il prodotto del lungo e impegnativo set fotografico allestito lo scorso aprile nella chiesa di Sant’Antioco di Bisarcio, a Ozieri (del tutto simile a quella di San Simplicio) è una serie di 16 immagini, impressionanti per l’ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi. Gli scatti oggi sono raccolti nella mostra «C’era una volta una principessa», inaugurata giovedì scorso all’Olbia Expo, in via Porto Romano, visitabile sino al prossimo 6 luglio (tutti i giorni dalle 19 alle 24). In mostra anche un video girato proprio sul set e un libro-catalogo che raccoglie le foto e i contributi storici.

All’ambizioso progetto hanno partecipato circa 60 persone tra modelli, comparse, costumisti e truccatori. Gli interpreti sono stati selezionati in Gallura, nessun attore e nessun modello con esperienze di cinematografia o fotografia. Insomma, tutte persone comuni legate da un filo comune: si tratte di straordinari volti da Medioevo. Gli abiti storici e gli accessori sono stati selezionati e messi a disposizione dall’Associazione Giudicato di Torres, dalla Compagnia d’armi medioevali di Sanluri, dalla Sala d’armi Le 4 porte, più un bellissimo falco pellegrino addestrato dall’associazione Falconieri di Sardegna. Importante il contributo offerto da don Francesco Tamponi, incaricato regionale per la cura dei beni culturali ecclesiastici che ha autorizzato l’utilizzo di arredi, accessori e beni archeologici. Fondamentale, poi, l’apporto di esperti e appassionati di storia medioevale della Sardegna, come Gianfranco Saba.

«La mostra – spiega Giuseppe Ortu – si propone un obiettivo didattico: raccontare soprattutto alle giovani generazioni uno dei periodi più controversi e affascinanti del nostro medioevo. Attraverso le immagini fotografiche abbiamo cercato di evidenziare l’importanza del Giudicato di Gallura tra la Sardegna e la Toscana, ma allo stesso tempo sottolineare la condizione della donna nel medioevo e la religiosità del matrimonio. Abbiamo voluto descrivere gli abiti, le armi e persino le musiche del tempo proponendo una valorizzazione del territorio attraverso la sua storia e la sua cultura».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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