La Nuova Sardegna

Chiesa di san lorenzo

E Vittorio Sgarbi fa da guida tra le bellezze artistiche del villaggio

PORTO ROTONDO. Ode sgarbiana al borgo veneziano dal cuore sardo. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi declama la bellezza artistica e architettonica del villaggio all’interno della chiesa di San Lorenzo....

22 giugno 2014
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PORTO ROTONDO. Ode sgarbiana al borgo veneziano dal cuore sardo. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi declama la bellezza artistica e architettonica del villaggio all’interno della chiesa di San Lorenzo. Omaggio ai 50 anni di Porto Rotondo, all’intuizione dei fratelli Dalle Rose di rendere gentile un luogo selvaggio. Sgarbi racconta con il suo linguaggio colorito la favola del borgo. Chiesa e sagrato sono pieni. In prima fila il conte Luigi Donà Dalle Rose con la moglie. Dall’alto gli angeli di legno di Mario Ceroli si godono lo spettacolo, sagome protese verso il basso come a voler toccare il pubblico. «Siamo in uno spazio mirabile – dice Sgarbi –. Credo che l’avventura di Porto Rotondo sia tra le poche degli anni Sessanta che può essere guardata con ammirazione, dopo Gibellina. E questo perché nel 1964 due conti veneziani, Luigi e Nicolò, pensarono di portare un po’di Venezia qui. Non c’è cosa più lontana dalla Sardegna da Venezia, ma i riottosi conti erano certi di riuscire a realizzare la loro idea, rendere gentile un luogo rude. Negli anni hanno realizzato una città ideale, come un sogno, rendendo Porto Rotondo un luogo internazionale». Il critico si sofferma poi sulle scelte architettoniche. «All’edilizia selvaggia, brutta di alcune delle nostre coste si contrappone questo borgo – sottolinea Sgarbi –. In cui il genio dell’impresa non sta solo nella grazia veneziana, ma nell’intuizione formidabile dell’uso dei materiali locali, il legno, il granito». Omaggio infine alla chiesetta di San Lorenzo, scrigno dell’arte che si arricchisce di due sculture di vetro di Mario Ceroli, ospite della serata. Una dedicata a papa Giovanni Paolo II, l’altra a Madre Teresa di Calcutta. «Figure quasi come fantasmi che perdono quell’elemento fumettistico che le caratterizza», conclude Sgarbi. Gran finale con il concerto per solo piano del giovane talento Alexey Shagaev. (se.lu.)

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