La Nuova Sardegna

Fondi europei, corsa contro il tempo

di Alfredo Franchini
Fondi europei, corsa contro il tempo

Tra un mese la Regione deve presentare a Bruxelles i nuovi piani. Confronto aperto in Consiglio con le parti sociali

21 giugno 2014
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CAGLIARI. Quasi Cenerentola d’Europa, la Sardegna cerca di cambiare la storia della gestione dei Fondi europei: ci sono cinque miliardi di euro che, se spesi bene, possono creare le condizioni per uno sviluppo diverso. Ma non c’è tempo da perdere: la Regione deve trasmettere la propria programmazione dei Fondi per il 2014-2020 entro il prossimo 22 luglio.

Da quel momento incomincerà la fase del «negoziato programmi operativi» che si dovrà concludere il 22 gennaio del 2015.

La Commissione Programmazione e Bilancio, presieduta da Franco Sabatini, ha avviato il confronto con le parti sociali e del mondo produttivo e, nel primo ciclo di incontri, ha sentito le voci dei sindacati, degli artigiani, delle cooperative.

Bilancio. Da tutte le organizzazioni sentite in Consiglio regionale è venuta l’esigenza di non disperdere le risorse in mille rivoli ma concentrarle su alcuni assi.

Una tesi che, peraltro, in commissione Bilancio era già stata esposta dal direttore del Centro di programmazione, Gianluca Cadeddu. Il problema - è stato detto in commissione - non è tanto avere idee nuove quanto liberarsi delle vecchie. Il giudizio sull’andamento della spesa del vecchio quadro comunitario di sostegno, (2007-2013), è ampiamente condiviso: «I risultati non sono stati quelli attesi», ha detto Franco Sabatini, «e nonostante l’ingente impiego di risorse comunitarie non è stato centrato l’obiettivo di contribuire efficacemente alla crescita e allo sviluppo dell’isola».

Por. Il Programma operativo 2007-2013 ha una dotazione finanziaria di un miliardo e 361 milioni; il numero dei progetti è stato pari a 1.953 ma le risorse effettivamente spese sono per ora poco più di 915 milioni, (quelle impegnate 1.185.540.737).

Artigiani. Francesco Porcu, segretario della Cna sarda, dice senza mezzi termini: «Il ciclo precedente di programmazione è stato fallimentare». Il nodo - ricorda Porcu - è l’incapacità di spendere le risorse. Su questo bisogna essere chiari: la Sardegna è Cenerentola ma il problema riguarda tutta l’Italia e la prima causa sta nel peso imperante della burocrazia. Francesco Porcu li chiama «i vizi del passato» che si combattono anche concentrando le risorse su pochi assi.

Per Stefano Mameli, (Confartigianato), occorre «integrazione tra i diversi fondi ma anche tra gli strumenti e le risorse della programmazione dei prossimi sette anni con le leggi di settore».

Sindacati. Antonio Piludu, ex presidente del Crel, neo eletto nella segreteria regionale della Cgil, spiega: «Dalla crisi potremo uscire solo con un nuovo modello di sviluppo». Quali le scelte strategiche? La Cgil indica: competitività del sistema produttivo, ricerca, sviluppo e innovazione, e naturalmente il problema dei problemi che resta il lavoro. Oriana Putzolu, segretaria della Cgil, rimarca la necessità di un monitoraggio delle azioni messe in campo nel precedente quadro di sostegno (2007-2013): «La programmazione dei fondi comunitari è per la Sardegna un possibile punto di svolta».

Cooperative. Carlo Tedde, presidente della Confcooperative, spiega: «La priorità non può che essere una sola, rafforzare il sistema delle imprese. Per fare questo occorre favorire l’accesso al credito, la sburocratizzazione delle procedure». Sulla stessa linea Luigi Piano (Legacoop): «Bisogna passare dai finanziamenti quantitativi a quelli basati sulla qualità».

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