La Nuova Sardegna

pesca

Acquacoltura, sos della Coldiretti

Il direttore Saba: «Orate e spigole sarde finiscono in mani straniere»

21 giugno 2014
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. La Coldiretti lancia l’allarme acquacoltura: orate e spigole sarde finiscono sempre più nelle mani degli imprenditori d'oltre Tirreno, italiani ma soprattutto stranieri. «A causa dell'impossibilita di accedere al credito – sostiene l'associazione – molti imprenditori sono stati costretti a chiudere i battenti o a cedere la proprietà a società straniere o a grossi gruppi nazionali. Il rischio è che questa possa essere la regola per il futuro». L'sos è stato lanciato dal presidente regionale di Coldiretti Impresapesca, Mauro Manca, e dal direttore regionale Coldiretti, Luca Saba. «Un paradosso incredibile – ha spiegato Manca –, si tratta di un settore dalle potenzialità immense. Se ne accorgono tutti tranne la Sardegna». «Una risorsa che deve essere utilizzata meglio – ha aggiunto Saba –. L'acquacoltura in Sardegna offre prospettive e tanti possibili posti di lavoro. Il mercato chiede quantità sempre maggiori di prodotti del mare per esigenze alimentari con diete sane e di grande valore nutrizionale». Le aziende sarde, secondo i dati forniti da Coldiretti, oggi producono circa il 30% del loro potenziale e oltre il 75% del prodotto ittico consumato è importato. «È necessario sostenere il settore – ha sottolineato Manca –. Non stiamo chiedendo denaro a fondo perduto, ma sistemi di credito che tengano conto delle esigenze delle imprese per non rimanere spiazzati nella competizione internazionale». Buone notizie, nel frattempo, sulle concessioni: dopo una lunga battaglia (lo scorso settembre Manca si era incatenato alle gabbie in mare per protestare soprattutto contro i maxi-canoni) sono state prorogate dalla Regione sino al 2020. «Da oggi – ha concluso Saba – si può ripartire con la certezza del diritto».

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative