La Nuova Sardegna

Spesa pubblica e sprechi: mannaia sugli affitti della Regione

di Mauro Lissia
Spesa pubblica e sprechi: mannaia sugli affitti della Regione

L’assessore agli Enti locali  Erriu annuncia lo stop per i canoni milionari ai privati, il decreto Renzi obbliga a tagliare le spese per gli uffici

14 giugno 2014
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CAGLIARI. Il business degli affitti regionali, coi 19 milioni di euro in dodici anni destinati alle società dell’editore Sergio Zuncheddu, sembra destinato a esaurirsi presto: la promessa arriva direttamente dall’assessore agli enti locali e urbanistica Cristiano Erriu, che conferma le cifre diffuse nell’edizione di ieri della Nuova Sardegna e annuncia interventi a brevissima scadenza.

La notizia è questa: c’è un gruppo di lavoro già impegnato ad affrontare ogni aspetto organizzativo e giuridico della questione, con l’obiettivo dichiarato di affibbiare un taglio netto ai quasi tre milioni e mezzo che l’amministrazione spende ogni anno per i canoni d’affitto degli uffici centrali e per le sedi periferiche del Corpo Forestale. Erriu - così spiega – ha affrontato il problema nei primissimi giorni dopo l’insediamento della giunta: «Al di là dell’opportunità, la Regione è obbligata a farlo perché lo impone il decreto numero 66 del governo Renzi. Entro il 2016 i canoni d’affitto per sedi e uffici regionali dovranno essere ridotti del cinquanta per cento rispetto al 2014. I nostri tecnici stanno esaminando ogni aspetto della questione, presto si passerà alla fase esecutiva». Con qualche interrogativo da risolvere: «Spendiamo quasi un milione e 300 mila euro per le 73 stazioni della Forestale - avverte Erriu - ma non sappiamo se dovremo intervenire con un taglio anche su quel costo. Si tratta di attività legate alla sicurezza, non è detto che siano comprese fra quelle interessate dal decreto Renzi. Abbiamo già inoltrato il quesito, io penso e spero che siano escluse. Se sarà così la riduzione sarà applicata soltanto ai costi d’affitto degli uffici centrali e delle agenzie».

L’altro dubbio riguarda un aspetto giuridico: il decreto del governo dà alle amministrazioni territoriali il diritto di recedere da contratti di locazione definiti, senza incorrere in penali? «Non ho ancora una risposta a questa domanda - spiega l’assessore regionale agli enti locali e urbanistica - c’è un gruppo di lavoro interassessoriale che sta valutando ogni questione e presto sapremo come dovremo muoverci». Erriu garantisce che si tratta di un «processo urgente» e di una priorità dell’amministrazione Pigliaru, fin dai primi passi del suo percorso: «Alla conclusione di questo lavoro avremo una proposta di razionalizzazione degli uffici che conterrà ipotesi di accorpamento anche con uffici di altri enti pubblici, come prevede il decreto - avverte l’assessore - sapremo qual è l’esatto fabbisogno di spazi e sedi per la Regione, con la riduzione dei costi stabilita dal governo e un piano di utilizzo finale del patrimonio immobiliare regionale».

Le idee non sembrano mancare, sorprende che le soluzioni saltino fuori soltanto adesso, considerato l’immenso patrimonio immobiliare in possesso alla Regione, in buona parte inutilizzato o utilizzato senza alcun profitto: «Ci sono anche diversi beni demaniali trasferiti nel 2008 dallo Stato alla Regione - conferma Erriu - la maggior parte di origine militare, come caserme, edifici delle Saline... c’è la manifattura tabacchi di Cagliari e altri. Si tratta di capire come utilizzarli e a quali costi». Magari dirottando una parte delle spese sostenute coi contratti di locazione per ristrutturare immobili di proprietà pubblica o costruirli nelle aree già in possesso alla Regione. Con tre milioni e mezzo all’anno non sarebbe difficile accendere un mutuo sufficiente a coprire spese di ristrutturazione o di edificazione ex novo: «Certo - risponde l’assessore Erriu - queste possibilità saranno valutate con attenzione e lo faremo in tempi molto ravvicinati. Lo ripeto, ce lo impone il governo e se anche volessimo mantenere la situazione attuale non potremmo farlo». Solo per dare spazio agli uffici centrali la Regione spende ogni anno un milione e 962 mila euro, di cui quasi due terzi finiscono nelle casse dell'editore-imprenditore Sergio Zuncheddu. Un altro milione e 317 mila euro esce dalle casse pubbliche per le sedi periferiche della Forestale, sparse in tutta l'isola.

Di contro la Regione potrebbe contare su aree e immobili pubblici che finora sono rimasti in buona parte nel dimenticatoio, mentre soprattutto la giunta Cappellacci aveva deciso di pagare ingenti canoni d’affitto ai privati.

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