La Nuova Sardegna

Addio alla zona franca Il consiglio la cancella

di Umberto Aime
Addio alla zona franca Il consiglio la cancella

La maggioranza boccia compatta la mozione presentata dall’opposizione Il centrosinistra: creiamo delle aree “free tax” all’interno di sei porti

12 giugno 2014
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CAGLIARI. Due mozioni affondate su due e il centrodestra c’è rimasto male. Quando la maggioranza ha bocciato in Consiglio i sacri testi (per chi li proponeva) sulla zona franca integrale e sulla commissione speciale sul credito, l’opposizione ha capito – un’altra volta – che nella conta dei voti sarà sempre perdente. Con decisione, Modesto Fenu (Movimento zona franca) e Attilio Dedoni (Riformatori) hanno provato a difendere le loro mozioni, ma sono finiti contro un doppio muro. Il centrosinistra è stato compatto, nelle due votazioni, dopo anche aver condiviso l’altolà al centrodestra con la Giunta. Era già accaduto, all’inizio della legislatura, con il caso delle accise scontate poi impugnate dal Governo, e stavolta il rifiuto è stato persino doppio, con l’opposizione costretta ad ammainare altre due sue bandiere.

Zona franca. Fenu ha usato ogni minuto a disposizione per dire che «la Sardegna non si può fermare ai punti franchi, chiusi e vietati alla gente, perché per risollevare l’economia la fiscalità di vantaggio deve essere invece integrale ed estesa a tutta l’isola». Lo ha detto con la stessa forza con cui ventiquattr’ore prima si era presentato al tavolo convocato da chi, il prefetto di Cagliari, aveva ricevuto dal Movimento una lettera di questo tenore: «Perché la legge sulla zona franca regionale è ancora inapplicata? Perché la Giunta continua a tenerla nel limbo?». Domande che sono state riproposte più volte anche da tutta l’opposizione, con Forza Italia (Pietro Pittalis, Alessandra Zedda e Stefano Tunis) in prima linea, insieme al Psd’az e ai Riformatori. Ma la risposta della maggioranza prima e della Giunta poi è stata secca: «La zona franca integrale che il centrodestra ha proposto nella scorsa legislatura e in campagna elettorale era un inganno. Non è realizzabile, provocherebbe solo scompensi economici e sociali. Insomma, molti danni e zero opportunità». È stata questa la condanna scritta e letta dall’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, che ha confermato invece: «Siamo favorevoli ai punti franchi da realizzare a Cagliari, Portovesme, Oristano, Arbatax, Porto Torres e Olbia. Li faremo e ci sarà un’accelerata». Come auspicato anche da Salvatore Demontis del Pd: «Finora dall’opposizione abbiano ascoltato solo chiacchiere e mai uno studio serio sui benefici e sulle controindicazioni della vostra zona franca, Mentre oggi sappiamo che i porti extradoganali potrebbero essere uno strumento efficace per l’economia». Fino alla chiusura saggia di Mario Floris (Uds): «La zona franca è una cosa seria, cerchiamo di farla con prudenza, ma facciamola comunque».

Credito. Non è andata meglio alla mozione dei Riformatori per un’indagine e sullo stato del credito e lo strapotere della romagnola Bper al Banco di Sardegna e alla Popolare di Sassari. Nella scorsa legislatura la commissione aveva ottenuto il via libera per poi impantanarsi nei corridoi, questa volta è stata bocciata ancora in culla, a larga maggioranza, ed era inevitabile che fosse così. Su tutto quello che ruota intorno al credito, Fondazione Banco di Sardegna compresa, le diffidenze fra centrodestra e centrosinistra erano, sono e resteranno sempre troppe.

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