La Nuova Sardegna

Teatro “porta a porta” a Tadusuni Un’idea per rinnovare la socialità

di Maria Antonietta Cossu

TADASUNI. Parafrasando un’antica massima popolare si potrebbe dire che se il pubblico non va da Goldoni Goldoni va dal pubblico, per spiegare il senso dell’iniziativa sul teatro a domicilio promossa...

11 giugno 2014
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TADASUNI. Parafrasando un’antica massima popolare si potrebbe dire che se il pubblico non va da Goldoni Goldoni va dal pubblico, per spiegare il senso dell’iniziativa sul teatro a domicilio promossa dal Comune. Il progetto è ancora in fieri e la sua realizzazione dipenderà dall’ interesse che una novità di tal fatta susciterà in seno alla comunità. I residenti, infatti, non parteciperebbero soltanto nella veste di fruitori, ma avrebbero anche un ruolo nella messa a punto dell’aspetto logistico. Ed è proprio nell’ambientazione dei reading che risiede l’originalità dell’idea, dal momento che il Comune vorrebbe portare lo spettacolo direttamente tra le mura domestiche. In realtà iniziative analoghe sono già state sperimentate in altri centri dell’isola, ma per l’Alto Oristanese si tratta di una proposta innovativa. Perché questa si traduca nella pratica dovrà incontrare il gusto di una platea ancora abituata alle forme e ai luoghi convenzionali dell’arte, ma verosimilmente curiosa di testare nuove esperienze e di contribuire a creare un precedente tra i paesi della cintura circumlacuale.

La titolarità del progetto, battezzato Il teatro a casa mia, è degli operatori dell’ufficio culturale del Comune, che non hanno avuto remore nel tentare di traslare in questo contesto sociale l’esperienza maturata in altre realtà. Il fine, del resto, è ben più importante del mezzo: offrire più diversivi e più occasioni d’incontro a quella fetta di popolazione che per ragioni anagrafiche o a causa dei limitati mezzi economici spesso rinuncia a spostarsi verso i centri culturalmente più vivaci. «A Tadasuni l’età media è di 60 anni ed è raro che gli anziani vadano a teatro – spiega Mauro Porcu, che affianca Antonella Deiana nella programmazione delle attività –. Attraverso questo progetto si cerca il massimo coinvolgimento delle persone, alle quali si chiede la disponibilità di spazi per ospitare sia gli attori, sia gli spettatori». L’idea sarà esposta nel corso dell’incontro pubblico previsto per il 25 giugno alle 19 a Casa Pinna. In quell’ occasione sarà testato il terreno e sulla base delle adesioni si procederà con la definizione di tutti gli altri aspetti: la scelta degli autori e dei testi teatrali, l’ingaggio degli attori, il numero di abitazioni e di giardini da adibire a palcoscenico.

Saranno gli abitanti del minuscolo centro sulle rive dell’Omodeo, popolato da neppure 200 anime, a concedere o meno il beneplacito sull’iniziativa finalizzata sì, a promuovere l’arte, ma soprattutto a mantenere viva la fiammella della vita comunitaria in un paese che nell’ ultimo anno ha rinunciato per due volte al diritto alla partecipazione democratica privandosi di un organo elettivo.

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