La Nuova Sardegna

L’estate nuorese punta sull’arte di Biasi

di Gianluca Corsi
L’estate nuorese punta sull’arte di Biasi

Inaugurata nello spazio del Tribu la mostra del grande pittore: in esposizione 220 opere grafiche e pittoriche

07 giugno 2014
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NUORO. Giuseppe Biasi è il protagonista della grande mostra-evento dell'offerta culturale per l'estate, inaugurata ieri sera al Tribu, lo spazio per le arti dell'amministrazione comunale di Nuoro, gestito dalla casa editrice Ilisso. «Nei 620 metri quadri di spazio espositivo _ ha spiegato l'editore nuorese Vanna Fois _ è possibile ammirare 220 opere pittoriche e grafiche delle circa 300 che costituiscono il corpus acquisito dalla Regione Sarda».

Un'occasione unica, che fa dialogare il primo vero artista che la Sardegna abbia mai espresso con il primo vero grande scultore dell'Isola, il Francesco Ciusa al quale il museo nuorese dedica la sua collezione permanente. Ma, come ha ricordato Antonello Cuccu della Ilisso, la proposta del Tribu va letta «insieme e oltre Biasi». Nel percorso espositivo, che segna l'intensa attività di Biasi (si va dalle sale color glicine, in cui è proposta tutta la Sardegna, al primo piano color ocra, torrido, con le opere del periodo africano), si inserisce il confronto, proiettato nell’oggi, con una serie di realtà creative nuoresi. Ci sono le incursioni del collettivo di “Seuna Lab” (Pasquale Bassu, Gianni Casagrande, Sergio Fronteddu, Vincenzo Grosso, Stefano Marongiu, Fabrizio Ortu, Vincenzo Pattusi), che ha realizzato il proprio “quartier generale”, articolato in 6 gabinetti privati, in un edificio fatiscente nell'antico rione di Séuna, a cui è dedicata una apposita sezione della mostra: “Seuna Lab. Un laboratorio sociale dei linguaggi contemporanei”.

Il colore scelto per loro da Cuccu è l'argento, il colore dello specchio, della luna. C'è poi il “dialogo”commovente, a tratti straziante, con il trio, tutto femminile, di “DeSaCrè” (Design, Sartoriale, Creativo Ecosostenibile), altra bella novità nuorese in cui Viviana Pes, Valentina Deriu e Laura Pira, riutilizzando del PVC, ricreano una tipica ambientazione di tenda nel deserto, al cui interno giace la prostituta “Faisha” del noto dipinto che Biasi realizza nel 1925. Ma, come ha ricordato Fabio Calzia, portavoce di “Seuna Lab”, «i punti fermi restano socialità e conoscenza dei linguaggio». Ecco, allora, l'iniziativa di Hipstamatic Sardinia, la comunità di circa duemila iscritti fondata dal medico-fotografo Roberto Murgia e dalla giornalista Maria Columbu, con la collaborazione di un grande hipstafotografo, Simone Muresu, che - per la mostra su Giuseppe Biasi - si adopererà a divulgare l'evento creando uno speciale contest dedicato al pittore sardo.

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