La Nuova Sardegna

Tutta la musica dell’isola in digitale

di Enrico Gaviano
Tutta la musica dell’isola in digitale

Inaugurato a Olbia lo straordinario archivio raccolto da Mario Cervo: 50 anni di storia, dal canto a tenores alle launeddas

06 giugno 2014
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OLBIA. I tesori della cultura possono essere ospitati nei posti più impensati, quasi celati al grande pubblico. L’esempio arriva da Olbia, dove nella tranquilla via Grazia Deledda, quartiere della Sacra Famiglia, in un anonimo appartamento c’è la collezione più importante al mondo di musica sarda, l’Archivio Mario Cervo. Un patrimonio che, dopo essere stato catalogato e digitalizzato, ora è diventato fruibile.

Domenica l’Archivio sarà inaugurato in una lunga giornata dedicata alla musica e alla cultura sarda che inizierà alle 10.30. Ieri i figli di Mario Cervo, insieme all’etnomusicologo Paolo Angeli, hanno raccontato come l’enorme collezione raccolta da Mario Cervo a partire dal 1950, sia stato archiviata, digitalizzata e dunque messa a disposizione di chi visiterà il museo della famiglia. In seguito si penserà a mettere tutto su internet (sul sito www.archiviomariocervo.it). Nel frattempo però l’Archivio potrà essere visitato, appena verranno messi a punto alcuni particolari, due o tre volte alla settimana, gestito dall’Associazione Attilio e Mario Cervo. Il tutto grazie anche al sostegno fondamentale dell’Istituto superiore regionale etnografico.

L’archivio nasce dalla passione smisurata per la musica, oltre che per la cultura e le tradizioni sarde, di Mario Cervo. Olbiese nato nel 1929. Musicologo, ma anche appassionato di politica e sport. Uomo di multiforme ingegno che catalogava, duplicava, conservava tutto. Batteva tutte le feste e le sagre galluresi, registrando le esibizioni dei cantanti, dei gruppi musicali. Acquistava i dischi di tutti i cantanti sardi, comprava libri di scrittori sardi. Collaborava con Radio Sardegna.

Alla fine, da questa attività, è scaturito un archivio impressionante che copre oltre 50 anni di musica dal 1922 al 1997, anno della morte di Cervo e che si compone di oltre 6000 supporti catalogati e ordinati da Paolo Angeli. Supporti che vanno dai mitici 78 giri ante seconda guerra mondiale, ai 45 e 33 giri, musicassette, una marea di nastri in cui sono inciso ore e ore di musica dal vivo. E oltre 1600 libri.

La parte principale dell’archivio riguarda la musica tradizionale con tutte le sue espressioni: canto a chitarra, gara poetica, canto a tenores, canto campidanese, launeddas, tasgjia, canto a concordu, canti e balli strumentali. Ma Mario Cervo è andato oltre, documentando anche il passaggio della musica sarda verso la italianizzazione e la world music, aprendosi anche alla musica leggera al jazz e al rock. Protagonisti dunque non solo cantanti e musicisti leggendari, a cominciare da Gavino De Lunas, Ciccheddu Mannoni e Mario Scanu, e il grande autore e musicista Astro Mari, che per l’etichetta il Nuraghe fondata da Cervo, aveva scritto “Welcome to Costa Smeralda”, ma anche il tenore Bernardo Demuro, i gruppi musicali come i Cordas et Cannas, i Collage, il jazzista Paolo Fresu. Un viaggio affascinante, quasi incredibile. E chiunque voglia fare una ricerca sulla musica in Sardegna non potrà mai prescindere da visitare il piccolo appartamento di via Grazia Deledda. Tesoro non più nascosto, ma sempre inestimabile.

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