La Nuova Sardegna

cagliari, Parla il responsabile scientifico

«Sinergie per valorizzare la banca sarda della flora»

«Sinergie per valorizzare la banca sarda della flora»

CAGLIARI. Una banca per la conservazione della flora sarda tipica. Sulla scia del caso delle specie botaniche in pericolo si rimette a fuoco l’importante funzione del complesso scientifico che anche...

06 giugno 2014
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CAGLIARI.

Una banca per la conservazione della flora sarda tipica. Sulla scia del caso delle specie botaniche in pericolo si rimette a fuoco l’importante funzione del complesso scientifico che anche a Cagliari cura le reti per la custodia dei dati genetici delle piante autoctone. «La nostra è delle prime banche del genere nel Mediterraneo: e a chi viene da fuori con l’idea di potersi muovere nel deserto voglio ricordare che tra Sassari e Cagliari abbiamo le competenze per difendere le nostre risorse», rileva il suo responsabile, Gianluigi Bacchetta. Il quale è direttore del Centro per la biodiversità, sezione botanica e orto botanico, dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente nell’ateneo del capoluogo. Inutile dire che proprio questo docente è tra gli specialisti che da settimane segue con estrema attenzione l’intera faccenda dei prelievi genetici richiesti al ministero e ad Agris dal gruppo olandese Rijk Zwann. «Siamo in contatto con il professor Ignazio Camarda, direttore del Centro per la valorizzazione delle diversità vegetali a Sassari, e insieme intendiamo promuovere su questo e altri aspetti strategie comuni e sinergie adeguate per la tutela del nostro patrimonio», rimarca.

Come informa lo stesso Bacchetta, la banca del germoplasma della Sardegna è nata nel 1997. Da allora opera grazie alla convenzione firmata tra il dipartimento di Scienze botaniche e la Provincia di Cagliari e al finanziamento del Miur per il completamento delle strutture del Centro di conservazione delle biodiversità. Dispone di spazi per il trattamento e la pulizia del materiale in ingresso, di un laboratorio destinato ai test di germinazione, di una camera di deidratazione allestita con due deumidificatori chimici e di una cella frigorifera. «È inoltre dotato di una serra climatizzata con due banchi termoriscaldati e di un phytotron che consentono la moltiplicazione delle piantine da poco germinate dal seme e lo studio del materiale vegetativo», spiega il docente. Che, per completare il discorso, aggiunge subito: «Il trattamento del germoplasma avviene attraverso diverse fasi: si parte dalla raccolta del materiale e si arriva poi a conservare i lotti prodotti nel rispetto di standard e protocolli riconosciuti a livello internazionale». Nel nord dell’isola un centro di riferimento analogo è a Bonassai.

In definitiva, fa comunque osservare Bacchetta, esistono i presupposti per una corretta tutela di specie che contribuiscono a rendere la Sardegna una terra straordinaria. «Con il nostro erbario e con i due di Sassari abbiamo raccolto centinaia di migliaia di esemplari della flora di tutta l’isola - precisa – E siamo fra l’altro l’unico organismo autorizzato a occuparsi della valorizzazione del germoplasma sulla base delle direttive date dall’assessorato per l’Ambiente e dal Servizio per la tutela della natura: in questi settori il ministero ci ha accordato con deroga specifiche funzioni». Insomma, nell’isola esiste un complesso di specializzazioni di altissimo livello nel campo della botanica. Quegli stessi rapporti che dovrebbero venire valorizzati meglio, e con maggiore efficacia. dalle istituzioni regionali. Soprattutto se un domani si vogliono evitare i rischi di nuovi problemi come quelli venuti alla luce negli ultimi mesi. (pgp)

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