La Nuova Sardegna

Si chiude una campagna elettorale al veleno

Si chiude una campagna elettorale al veleno

Da una parte la guerra fratricida dentro il Pd, dall’altra le defezioni di Udc e Riformatori

06 giugno 2014
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ALGHERO. Destra e sinistra sono categorie superate. O perlomeno questo è il messaggio che hanno provato a far passare i candidati a sindaco di Alghero. Anche se, a onor del vero, più dell'ideologia a dettare la formazione delle coalizioni sono stati i veleni. Due settimane fa, al primo turno, il centrosinistra si è presentato in tre tronconi, mentre il centrodestra con la sola Maria Grazia Salaris ma senza due colonne portanti come l'Udc e i Riformatori. Ma andiamo con ordine. A marzo il centrosinistra decide di indire le primarie. L'unico a presentare le firme, 641, è Mario Bruno, ex vicepresidente del consiglio regionale. A quel punto l’esponente Pd è convinto di essere il candidato naturale, ma non la pensa così il suo partito, o perlomeno la dirigenza cittadina, che gli chiede di fare un passo indietro. Lui non ci sta e dalla sua si schiera il 70 per cento dei democratici. Bruno, pur senza il simbolo, costruisce una coalizione che guarda sia sinistra che al centro. Il Pd non cede e va avanti per la sua strada, candidando Enrico Daga. La campagna elettorale si trasforma in una guerra fratricida e culmina nell'espulsione di Bruno. Una frattura che in queste due settimane tra primo e secondo turno big come Lai, Ganau e Soru hanno provato a ricucire, ma senza convincere il Pd algherese che, dopo alcune strizzatine d'occhio alla candidata del centrodestra, ha lasciato libertà di voto ai suoi elettori. Se il centrosinistra piange, dall’altra parte non si ride. La scelta del candidato a sindaco non è stata in discesa neanche per il centrodestra. All'inizio si parlava di Antonello Usai, Udc, ma poi Forza Italia ha deciso di puntare sulla Salaris, oggi alfaniana, espulsa nel 2011 dall’Udc perché fedelissima dell'ex-sindaco Marco Tedde. A quel punto il partito di Casini ha deciso di schierarsi con Bruno, mentre i Riformatori non hanno presentato nessuna lista, salvo poi fare l’endorsement per il Pd. Che in questo modo ha incassato l'appoggio di Francesco Marinaro, due anni fa candidato del centrodestra contro Stefano Lubrano, il sindaco eletto dal centrosinistra. Che poi però è stato sfiduciato dalla sua stessa coalizione, ma a questa tornata si è voluto ricandidare a sindaco, senza risultare eletto neanche come consigliere.

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