La Nuova Sardegna

Emendamento al Senato

Ritornano i cantieri verdi e quelli comunali

Ritornano i cantieri verdi e quelli comunali

La legge regionale era stata bocciata dalla Consulta, ma ora le assunzioni saranno possibili

06 giugno 2014
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CAGLIARI. I cantieri comunali e verdi sono salvi. Voluti dalla Regione, approvati dal Consiglio regionale, poi impugnati dal Governo e infine bocciati ad aprile dalla Corte costituzionale, sono stati rimessi in sicurezza dal Senato. Da oggi in poi i Comuni potranno riprendere ad assumere (a tempo determinato) per quelli che una volta erano chiamati i «lavori socialmente utili», dai marciapiedi ai giardini, e soprattutto potranno dare finalmente risposte concrete alla disoccupazione. Non più sussidi, ma posti di lavoro ed è una grande vittoria.

L’emendamento. È tutto scritto nel maxi disegno di legge sulle «misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale», approvato da Palazzo Madama, e in cui è stato inserito l’emendamento, il salva-cantieri, proposto nei giorni scorsi dal senatore Luciano Uras di Sel. La sostanza è questa: da quest’anno e fino al 2016, i Comuni potranno assumere lavoratori a tempo determinato per «realizzare progetti speciali». Le assunzioni finora erano vietate proprio dalla recente sentenza della Corte costituzionale, che aveva dato ragione al Governo nel sostenere: «I cantieri verdi e quelli comunali, nonostante siano finanziati dalla Regione, violano comunque il blocco delle assunzioni imposto a tutta la pubblica amministrazione per il contenimento della spesa pubblica». Ora il muro, compreso il rischio di infrazione del Patto di stabilità interno, è stato abbattuto con l’emendamento.

Cosa accadrà. Il testo dell’articolo 10 bis dice che le assunzioni potranno essere effettuate per «la prevenzione incendi, il dissesto idrogeologico e contro la diffusione delle discariche abusive» e nel caso dei cantieri verdi «quando devono essere realizzati progetti speciali in difesa dell’ambiente». Spetterà ai Comuni decidere quali interventi sono più urgenti e in ogni caso per pagare gli stipendi ai lavoratori a tempo determinato utilizzeranno i fondi che, a suo tempo, era stati già stanziati dalla Regione con le leggi poi cassate dalla Corte costituzionali.

Le reazioni. Saranno sicuramente positive quelle dei sindaci. A marzo, dopo la sentenza, c’era stata una vera e proprio sollevazione popolare contro il divieto. Soprattutto perché proprio grazie ai cantieri comunali e verdi le amministrazioni non solo potranno progettare, ma soprattutto, con le assunzioni, fronteggiare alla disoccupazione. Postiva è stata anche la reazione dell’assessore ai lai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, che nella passata legislatura, è stato uno dei padri della legge sui cantieri verdi. «L’emendamento approvato del senatore Uras – dice Maninchedda – non solo mette fine al contenzioso con lo Stato, ma dimostra che cosa è possibile fare se è forte la collaborazione fra la Sardegna e i parlamentari sardi». (ua)

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