La Nuova Sardegna

In paese nessuno riesce a darsi una spiegazione

In paese nessuno riesce a darsi una spiegazione

LULA. La gente è incredula. Nessuno sa darsi una spiegazione. Così com’era successo nel 1992, quando Giovanni Cabua ricopriva la carica di vicesindaco e si era dimesso dopo agli spari contro la sua...

06 giugno 2014
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LULA. La gente è incredula. Nessuno sa darsi una spiegazione. Così com’era successo nel 1992, quando Giovanni Cabua ricopriva la carica di vicesindaco e si era dimesso dopo agli spari contro la sua casa. Ma tutti sostengono che nulla unisce quel lontano passato con l’imboscata dell’altra sera. «Sono trascorsi 22 anni e anche se il caso allora non è mai stato chiarito non sembra ci siano collegamenti», dicono parecchi in paese. «La politica di sicuramente è lontana da queste vigliaccate», sostiene un ex assessore comunale. Ciò che sorprende è invece che l’imboscata si stata tesa in piena luce. «Evidentemente non avevano paura di essere visti», è il commento più diffuso. Mentre gli inquirenti si muovono a tutto campo, pare privilegiando la tesi di un agguato maturato nell’intricato e complesso mondo della campagne.

Ma i Cabua stanno solo curando il bosco. Rendendo più viva l’azienda. E assistendo gli animali del maneggio, da molti ritenuto un fiore all’occhiello per il rilancio turistico del Montalbo.

Ecco, i cavalli: c’è chi li lega al blitz degli sconosciuti. E ricorda due episodi. Nel marzo 2011 uno di loro era stato ucciso. E nel settembre successivo, nel corso di una spietata mattanza, ne erano stati eliminati altri quattro. Ma in paese c’è chi non è d’accordo sui collegamenti. E fa notare come mai i Cabua non abbiano mai partecipato a corse o a gare: «Quindi non potevano pestare i piedi a nessuno».

I precedenti però ci sono e le indagini non sono stati in grado di chiarirli. Comunque i titolari del maneggio sono andati avanti lavorando sodo nonostante non abbiano chi li possa proteggere: «E così si è giunti a questa nuova barbarie», sottolineano altri.

Sono comunque in tanti, a Lula, che vorrebbero capire che cosa si nasconde dietro il tentato omicidio, così come stanno cercando di fare gli inquirenti. «Vorremmo poter riacquistare serenità», mormora una donna, il viso solcato dalle lacrime. E il suo pianto, in qualche modo, per una popolazione in passato già colpita da tanti drammi legati a esplosioni di violenza, è il pianto di una comunità intera. Una comunità che in queste giornate di dolore e sgomento non cessa di esprimere solidarietà alla famiglia e invita i Cabua a non mollare.(b.a.)

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