La Nuova Sardegna

I prelievi genetici? Agris aveva detto sì già nove mesi fa

di Pier Giorgio Pinna
I prelievi genetici? Agris aveva detto sì già nove mesi fa

Il direttore Muntoni rivede la sua prima versione e conferma Attesa per una legge regionale che sciolga tutti i nodi

06 giugno 2014
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SASSARI. C'è una nuova puntata nel dossier sull'oro verde a rischio. Già dalla fine della scorsa estate Agris aveva dato seguito alle richieste del ministero e della società olandese Rijk Zwann. Un sostanziale via libera alle ricerche genetiche su antiche piante sarde che nell'isola dovrebbe cominciare a trovare attuazione a metà luglio. Si tratta però di quello stesso benestare che sta provocando una valanga di proteste da parte di specialisti, amministratori e internauti mobilitati sul web.

Una serie di sorprese. Questi specifici dettagli, sinora inediti, emergono da una formale risposta (vedere la lettera originale a destra) partita da Sassari il 18 settembre 2013. L'aveva firmata Martino Muntoni, direttore generale dell'Agenzia che fa capo alla Regione. Nella lettera si richiamano le indicazioni fornite dal dicastero dell'Agricoltura e si segnalano due operatrici professioniste - una della stessa Agris e l'altra dell'università di Sassari - disponibili ad accompagnare sul campo i delegati della multinazionale. Una posizione che in qualche modo integra e corregge le dichiarazioni fornite martedì scorso alla "Nuova" da Muntoni. Il quale infatti ha all'inizio sostenuto di non aver detto né sì né no e di essere ancora oggi in attesa degli eventi.

Comunicazione ufficiale. L’altro ieri tuttavia, ricontattato, lui stesso ha precisato meglio: «Certo la risposta che ho dato allora è stata di quel tenore perché, ribadisco, in assenza di un vuoto normativo su scala regionale che disciplini il problema, non potevo agire in maniera diversa. Ecco per quale ragione c'è urgenza di una disciplina precisa in questa direzione».

Avvicendamenti. Il riferimento è alla proposta di legge sarda per regolare situazioni che un domani dovrebbero impedire i prelievi di germoplasma da specie botaniche da parte di società e gruppi privati estranei all'isola. Oggi Muntoni è il direttore uscente dell'Agris. Il suo successore non è stato ancora nominato.

Opposizioni nette. Ma nel frattempo, a un livello più elevato di responsabilità, Donatella Spano (assessore regionale all'Ambiente) e la sua collega Elisabetta Falchi (Agricoltura) hanno già dichiarato che si opporranno con forza e con decisione al proseguimento di queste procedure. Sia per quel che riguarda la multinazionale che si è già mossa nell'occasione sia per quanto concerne eventuali future richieste analoghe.

La petizione su internet. Intanto, mentre continuano le interrogazioni e le raccolte di firme sul web, a nessuno sfugge un aspetto-chiave in tutta questa faccenda: unicamente una legge ad hoc potrà davvero salvaguardare, sino in fondo, le importantissime specie botaniche oggi a rischio nell'isola.

Eliminare il vuoto normativo. Perché soltanto una normativa del genere - come quella presentata dal consigliere del Partito democratico Luigi Lotto che si è impegnato a farla approvare nel giro di poche settimane estendendola dalle produzioni agrarie a tutta la flora - consentirà di recepire nell'isola le disposizioni nazionali e internazionali a tutela dell'ambiente sardo e dei suoi preziosissimi tesori.Per aderire all’iniziativa in Rete, intanto, il link di riferimento resta http://bit.ly/brevettopiante.

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