La Nuova Sardegna

Ballottaggio ad Alghero, tra Bruno e Salaris la sfida è su turismo e lavoro

di Pinuccio Saba
Ballottaggio ad Alghero, tra Bruno e Salaris la sfida è su turismo e lavoro

L’aspirante sindaco del centrosinistra: «La ricetta “sole e mare” non basta più, va ampliata l’offerta» La candidata del centrodestra: «La città deve essere valorizzata attraverso una migliore promozione»

06 giugno 2014
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ALGHERO. Ultime battute della campagna elettorale per i due candidati alla carica di sindaco, Maria Grazia Salaris alla guida della coalizione di centro destra e Mario Bruno che si propone con una coalizione di centro sinistra. Una città che attende di poter scegliere, con la speranza che la nuova amministrazione possa risolvere i problemi più importanti. A partire dal decoro cittadino.

Verde pubblico, decoro urbano, raccolta dei rifiuti. Un tema importante per una città turistica.

Mario Bruno. Sarà uno dei primi problemi che affronteremo. Pulizia e decoro sono fondamentali per la nostra città. Entro venti giorni rivedremo la bozza dell’appalto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. La commissione ha fatto un buon lavoro ma ci possono essere nuove esigenze che devono essere soddisfatte. Ci saranno più controlli sull’operato dell’azienda che gestirà il servizio, ma ci impegneremo in una capillare opera di sensibilizzazione nelle scuole e nelle famiglie.

Maria Grazia Salaris. È la priorità. La città è stata completamente abbandonata negli ultimi tre anni, come ha dimostrato il fatto che siano stati gli uomini del rally a ripulire le strade da rifiuti ed erbacce. Il primo obiettivo sarà quello di fare una sorta di restauro della città, anche se partiamo con un fortissimo ritardo rispetto alla stagione turistica. Come abbiamo visto il rally ha trasferito in città un evento storico, immaginatevi se l’avessero trovata pulita. Noi rivedremo il capitolato di appalto e riattiveremo la raccolta differenziata che tre anni fa era arrivata al 40 per cento.

L’aspetto, il primo impatto è importante per una città turistica. Un mercato che, però, non si accontenta più della ricetta “sole e mare”.

Bruno. No, non basta più e Alghero ha tutte le potenzialità per ampliare la propria offerta turistica. A partire dal turismo culturale che passa per la valorizzazione dei siti archeologici. Il turismo deve diventare un’industria vera e propria, deve fare sistema. Ma è necessario promuovere la città, magari utilizzando parte dei proventi delle Grotte di Nettuno, la nostra principale risorsa. E spero, a breve, di poter concludere i lavori e aprire la Grotta Verde ai visitatori. Non dobbiamo poi dimenticare il patrimonio naturalistico. L’ambiente è un volano di sviluppo che coinvolge anche il settore dell’agroalimentare. Che può contare sul marchio del Parco di Porto Conte (per il quale occorre rivedere il piano di gestione) e dell’Area marina protetta. E ancora turismo sportivo e congressuale. Ripeto, dobbiamo fare “sistema”.

Salaris. È allarmante che l’assessore regionale al Turismo dica che non ci sono risorse per la promozione. Che faremo noi, partendo dalla fondazione Meta e con la collaborazione degli operatori del settore e riallacciando i rapporti con il Consorzio turistico Riviera del Corallo. La città attende di essere valorizzata e per fare questo è necessaria un’attenta programmazione, calendarizzando gli eventi. Il prodotto Alghero si vende facilmente, oltre il binomio “sole e mare”. È una terra bella, bella e buona. Mi riferisco all’enogastronomia, all’agricoltura che può puntare ai prodotti di nicchia. Nel frattempo riattivare quei percorsi archeologici completamente abbandonati negli ultimi tre anni.

Turismo è anche porto che però non deve lavorare solo in estate.

Bruno. Non solo diporto, ma vero e proprio polo nautico. Ma dobbiamo muoverci per tempo perché in Regione è arrivata una richiesta di concessione per l’intero porto turistico. Non possiamo permettere che scompaiano gli attuali concessionari e per far questo è necessaria una rapida pianificazione del porto (il vecchio Prg risale al 1955) e mettere insieme chi da anni opera in porto. Puntiamo all’unità dei consorzi rispetto a un solo privato per avere un porto efficiente e in grado di produrre ricchezza. Ma non va dimenticato anche l’aeroporto: l’amministrazione comunale deve aver voce in capitolo in vista della ricapitalizzazione della società di gestione. Dovrà essere una privatizzazione parziale e rotte e vettori dovranno soddisfare gli interessi della comunità del nord ovest della Sardegna.

Salaris. La Regione deve assegnare la concessione del porto all’amministrazione comunale perché gli algheresi non possono essere ospiti nel loro porto. Il porto è la nostra città. Alghero nasce dal porto. Lo sviluppo passa per la programmazione con gli operatori che si sono consorziati per aver più forza e per esprimere tutte le potenzialità in grado di dare lavoro e occupazione alle nostre imprese artigiane. Un vero e proprio polo nautico che non operi solo in estate.

Lavoro, l’altro grande problema di Alghero e non solo. I Comuni, però, non creano posti di lavoro.

Bruno. No, ma devono creare le condizioni per lo sviluppo. Ad Alghero ci sono 12 mila e 600 disoccupati e per ripartire è necessario ricrerare il rapporto fra scuola e impresa anche con l’apporto dei Csl per favorire gli studenti più meritevoli. Utilizzeremo il progetto “Garanzia giovani”, 54 milioni messi a disposizione dalla Regione che aiuta i giovani a creare impresa con il supporto del tutoraggio, dello start up, una sorta di incubatore di impresa.

Salaris. Dobbiamo far ripartire l’economia e una delle prime cose che faremo sarà sbloccare 250 pratiche edilizie ferme in qualche cassetto del comune. Altro danno, Alghero ha perso circa 800 mila euro di finanziamenti Poic che potevano creare occupazione. È vero che la crisi ha colpito tutti i settori economici, ma quando si ferma l’edilizia si ferma l’intero comparto artigianale. E negli ultimi tre anni sono 186 le imprese artigiane che hanno chiuso i battenti. Anche a causa dell’eccessiva burocrazia. Ma se manca il sindaco, manca l’amministrazione. E noi ci accingiamo a ricostruire la città partendo dalle macerie che ci hanno lasciato.

A proposito di edilizia, è necessaria un’attenta pianificazione del territorio.

Bruno. È vero, la pianificazione è necessaria ma non si deve trasformare in un assalto al metro cubo. Il nuovo Puc non dovrà prevedere nuove volumetrie, ma puntare alla riqualificazione della città, di tutti i suoi quartieri, delle borgate che devono creare attrazione per le imprese. Come a Fertilia, dove ci sono due milioni per la riqualificazione turistica della borgata. A Maria Pia può essere previsto un limitatissimo insediamento per non snaturare il parco di Maria Pia per il quale sono state spesi sette milioni di euro, e che poi è stato lasciato in totale abbandono. Ma soprattutto dovrà essere creato un nuovo rapporto con la città, con un’informazione continua di come si spendono i denari pubblici, un bilancio sociale su tutti i servizi in assoluta trasparenza.

Salaris. Il Puc non è una nostra priorità, un progetto che si è bloccato tre anni fa. È un Puc vecchio che va rivisitato soprattutto per quanto concerne le aree di sviluppo economico, aree verdi, servizi. Sicuramente non sarà un Puc che darà il via libera al sacco degli edificatori. Sarà comunque un piano urbanistico all’insegna della massima condivisione, che valorizzi le potenzialità di sviluppo economico di Alghero.

Una città che soffre anche di un’altissima tensione abitativa.

Bruno. La prima cosa da fare è sbloccare i cantieri ancora fermi e assegnare i primi alloggi. Poi con un bando chiederemo all’Area di riservare due alloggi al Comune, che possano essere assegnati non a canone di mercato in caso di situazioni di forte disagio. Lo hanno già fatto in altri comuni e l’Area si è mostrata disponibile.

Salaris. È una vera emergenza. Ma va ricordato che la giunta di centrodestra aveva un progetto da sette milioni e mezzo di euro per la costruzione di 105 alloggi, 56 dei quali a carattere sociale. Di quel progetto si sono perse le tracce nel 2010 e quando la Regione ha convocato i comuni che avevano manifestato il loro interesse al progetto, da Alghero non è andato nessuno. Eppure, anche grazie al quel progetto, si sarebbe creata occupazione ed economia. Ecco, dopo anni di abbandono e anche con questi progetti, la nostra sarà l’Alghero che rinasce.

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