La Nuova Sardegna

Soru: «Vigilerò sui fondi europei»

di Alfredo Franchini
Soru: «Vigilerò sui fondi europei»

L’eurodeputato: «Il mio impegno per il Mediterraneo». Muledda : «Serve un partito progressista»

01 giugno 2014
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CAGLIARI. L’Europa è il riferimento di cui la Sardegna ha bisogno e il dato elettorale di domenica scorsa si può leggere anche come la sconfitta dei movimenti anti europei. È la premessa del convegno che Gesuino Muledda (Rossomori) ha organizzato ieri assieme a Paolo Maninchedda, (Partito dei sardi), Luciano Uras (Sel) e Renato Soru, neo eletto deputato europeo.

L’ex presidente della Regione si è riconciliato con gli elettori sardi dopo lo straordinario successo alle europee: «Non ero preparato a essere candidato per il parlamento europeo – rivela Renato Soru – la sconfitta di cinque anni fa alle regionali non mi era andata giù anche perché avevo preso tanti voti. Ora vedere la grande fiducia che mi è stata data mi rende contento».

Soru è tornato sulla questione del collegio unico Sardegna-Sicilia: «I parlamentari sardi hanno fatto quanto hanno potuto e, grazie all’ordine del giorno che ha allargato i seggi del collegio da sei a otto, il centrosinistra ha creato le condizioni per l’elezione di...Cicu. Senza quell’ordine del giorno il “resto” sarebbe andato in altre regioni».

Soru deciderà in questo week end in quale commissione andrà a lavorare a Bruxelles. L’intenzione è chiara: «In qualunque modo servirò il collegio che mi ha eletto. Chi va al parlamento europeo non deve rappresentare “solo” la sua zona. Non ci si può chiudere: se, ad esempio, si discute un problema della viticoltura bisogna uscire dai confini di casa propria. Non guardare al proprio ombelico».

Ma le politiche europee, diciamo la verità, sono un po’ misteriose: «Ho cercato di interpretarle in passato – afferma Soru – e credo che il modo di vedere le cose dall’Ue debba guidare l’azione della giunta perché c’è una perfetta condivisione». Del resto chi non condivide le direttive europee sull’istruzione e sulla conoscenza che furono alla base del programma della stessa giunta Soru?

Il neo eurodeputato sardo cita il dato riportato sulla Nuova di ieri: un terzo dei giovani sardi non ha competenze e trasecola: «Nessuno di noi può assistere a un fenomeno come questo. Chi tirerà fuori i nostri giovani da una condizione del genere? Concordo sul fatto che per la scuola sia importante l’edilizia ma ancora di più l’insegnamento. L’Ue ci propone il piano “garanzia giovani” perché nessuno sia tagliato fuori». Un modo attivo di svolgere il nuovo compito: «Rappresenterò le due isole e questo è un’opportunità perché ci permette di lavorare insieme, è un punto di forza. In Sicilia vivono un po’ lo stesso dibattito che stiamo facendo noi sulla sovranità, anche loro vogliono capire come portare avanti la specialità». L’Europa ha dato alla Sardegna molte risorse di cui si sa poco: «Il compito del parlamentare europeo – dice Soru – è anche quello di vedere come vengono portate avanti le politiche. Devo dire che quando ero presidente della Regione non ho mai visto un eurodeputato».

La questione sarda, spiega Renato Soru, non è certo quella di mezzo secolo fa: «Oggi dobbiamo pensare a come vivere bene nella nostra regione, a dare un futuro ai giovani. Nessuno vuole una giustizia sarda o la moneta sarda. Siamo dentro la costruzione europea con una sovranità diffusa. L’obiettivo è di arrivare a una politica fiscale comune, la sovranità di uno Stato nazione nelle diverse regioni». Come ci potrà arrivare la politica sarda? «Il momento è interessante – dice Soru – visto che solo il giorno prima delle elezioni europee l’Italia temeva i movimenti anti-Europa. Il progetto dev’essere ambizioso e guardare all’intero Mediterraneo dove è in corso la guerra». Muledda ha sollecitato un ruolo diverso degli intellettuali per arrivare al sovranismo «che non è separatismo. Proponiamo la Regione come Stato associato all’Europa». I Rossomori sollecitano la nascita di un Partito della sinistra progressista. Maninchedda è chiaro: «Mi interessa farlo, io ci sono. Ma l’orologio non può camminare invano: qual è il passo successivo? Non possiamo fermarci al titolo dobbiamo scrivere la storia». Posizione condivisa da Luciano Uras, senatore di Sel che crede in un’Europa diversa: «Oggi il Mediterraneo è sacrificato dal Centro Nord che guarda solo a oriente. Serve un riequilibrio».

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