La Nuova Sardegna

La svolta a novembre con 3 arresti

La svolta a novembre con 3 arresti

In cella erano finiti Mario Diana, Carlo Sanjust e l’imprenditore Riccardo Cogoni

30 maggio 2014
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CAGLIARI. L’inchiesta bis del sostituto procuratore Marco Cocco sull’uso del denaro che il Consiglio regionale versava mensilmente ai gruppi, per lo svolgimento dell'attività politica, aveva preso una svolta improvvisa la mattina del 6 novembre scorso, quando per i due consiglieri regionali, Mario Diana, (ex capogruppo Pdl passato alla guida di «Sardegna è già domani») e Carlo Sanjust (Pdl) erano scattate le manette.

I carabinieri avevano arrestato anche un imprenditore del settore catering, Riccardo Cogoni, con l'accusa di aver emesso fatture di comodo per spese inesistenti a favore di diversi consiglieri regionali. Meno di un mese prima, il 16 ottobre scorso, guardia di finanza e carabinieri avevano perquisito l’abitazione cagliaritana di Carlo Sanjust, accusato di aver speso circa 23mila euro di fondi pubblici per le spese del suo matrimonio altri 27mila euro per organizzare corsi di formazione.

Ben più alta la cifra contestata a Mario Diana: 200mila euro spesi dal 2009 in poi. Soldi pubblici dirottati, secondo la Procura, anche in gioielleria. Il pm lo accusa infatti di aver acquistato Rolex d’oro e le famose penne Montblanc. Oltre ai libri antichi come «Le mille e una notte» in edizione miniata, «San Francesco d’Assisi». Nell’inchiesta, che coinvolge oltre 90 persone, un altro dei nomi che spiccano è quello dell’ex senatore del Pdl ed ex consigliere regionale Silvestro Ladu, accusato di falso e peculato. A Ladu la Procura ha contestato, oltre alla spesa di 250 mila euro, anche 10.500 euro usati per pagare il necessario per lo «spuntino» consumato all’ombra del santuario di San Costantino, pochi giorni prima delle elezioni regionali. Una tavola imbandita, avevano rivelato alcuni testimoni, dove furono serviti un’intera vitella arrosto, trenta pecore bollite, formaggi e «naturalmente» vino rosso. Erano state le rivelazioni della super-testimone Ornella Piredda, la dipendente del gruppo misto in Consiglio regionale a far scattare la prima maxi-inchiesta sui fondi ai gruppi.

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