La Nuova Sardegna

Peculato sui fondi dei gruppi regionali, inchiesta chiusa per Barracciu. Avvisi a comparire a Liori, Artizzu e Contu

di Mauro Lissia
Peculato sui fondi dei gruppi regionali, inchiesta chiusa per Barracciu. Avvisi a comparire a Liori, Artizzu e Contu

La Procura pronta a presentare le sue richieste al gip.Una raffica di notifiche

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29 maggio 2014
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CAGLIARI. La Procura si prepara a chiedere il giudizio immediato per Francesca Barracciu, sottosegretario ai beni culturali nel governo Renzi. L’accusa è peculato aggravato, riferita ai 78 mila euro che l’esponente nuorese del Pd non è riuscita a giustificare nel faccia a faccia col pm Marco Cocco.

La notizia è saltata fuori quando, nei giorni scorsi, la Procura ha trasmesso l’avviso di proroga delle indagini ai difensori degli indagati nell’inchiesta-bis: risultano nel documento i trentadue nomi noti, quasi tutti del centrosinistra, ma non c’è quello della Barracciu. Come dire che nei suoi confronti l’inchiesta è chiusa. In teoria si potrebbe ipotizzare anche una richiesta di archiviazione, ma la scelta di non presentarsi al secondo esame per rispondere alla contestazione dei successivi 45 mila euro - la prima era per 33 mila - chiude la porta a qualsiasi eventualità positiva per l’ex europarlamentare. La richiesta di giudizio immediato della Procura dovrà comunque passare al vaglio del gip, chiamato a confermare l’esistenza a suo carico di prove schiaccianti, sufficienti a rendere superflua l’udienza preliminare.

Intanto è arrivata come ampiamente annunciato una nuova ondata di inviti a comparire destinati a consiglieri regionali della tredicesima legislatura, quella guidata da Renato Soru tra il 2004 e il 2009: la Procura ha confermato di aver avviato una decina di notifiche attraverso le sezioni di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza e dei Carabinieri. I destinatari sono capigruppo e tesorieri dei gruppi politici, quasi tutti quelli che ancora non erano finiti nel calderone dell’inchiesta che fino a ieri contava 66 indagati. Il solo a confermare pubblicamente di aver ricevuto la convocazione del pm Marco Cocco è stato Antonello Liori, ex An e Pdl, ex assessore alla sanità ed esponente di spicco della destra sarda: la data è il 16 giugno, quando Liori si presenterà al magistrato «fiducioso - ha scritto in una nota - e convinto di aver sempre speso i fondi nell’ambito dell’attività politico-istituzionale». Non è noto quale sia la somma contestata, quella che secondo la Procura sarebbe stata spesa in violazione della legge.

Altri avvisi a comparire riguardano l’ex tesoriere del gruppo di An, il giornalista della Rai Ignazio Artizzu, e l’ex tesoriere del Pdl Mariano Contu, che è stato anche assessore regionale all’agricoltura. Per tutti l’accusa è di peculato aggravato, legata all’uso improprio di fondi destinati all’attività politico-istituzionale dei gruppi. Nel caso dei tesorieri e dei capigruppo, l’imputazione è riferita non solo all’uso personale dei soldi ma anche alla distribuzione ad altri onorevoli senza giustificazione o comunque per usi non compatibili con le norme.

Altri inviti a comparire sono in viaggio in queste ore, i nomi dei destinatari circolano negli ambienti politici e giudiziari ma non sono stati confermati ufficialmente. Riguarderebbero comunque i vertici dei gruppi politici del centrodestra, dei quali finora era stato colpito dall’indagine soltanto Mario Diana, già sotto giudizio immediato con udienza fissata per il prossimo 2 luglio. Sarebbe coinvolta nell’inchiesta anche parte della rappresentanza in consiglio regionale di Rifondazione Comunista.

Era scontato che il lavoro della polizia giudiziaria sulla legislatura Soru dovesse concludersi entro luglio, per evitare la scadenza dei termini. Così come era scontato che in questa fase il lavoro di screening degli atti che la Procura ha affidato alla polizia giudiziaria fosse concentrato sulle posizioni dei consiglieri della tredicesima legislatura. Gli esiti delle verifiche, stando alle scarne informazioni filtrate, hanno confermato come la consuetudine di spendere senza controllo i fondi - 2500 euro a consigliere - che la presidenza dell’assemblea assegnava ad ogni gruppo fosse praticamente generalizzata.

Ora il pm Cocco interrogherà tutti i nuovi indagati che si sottoporranno all’esame, poi la Procura dovrebbe andare rapidamente alla chiusura dell’inchiesta-bis. Ad oggi sono coinvolte nelle tre inchieste giudiziarie sui fondi pubblici ai gruppi politici 68 onorevoli ed ex. Alcuni hanno patteggiato, altri sono a giudizio.

Una cosa è certa: la nuova fase dell’inchiesta, culminata ieri con gli inviti a comparire, non è legata alla posizione di Angelo Sanna, l’ex segretario del gruppo misto iscritto nei giorni scorsi al registro degli indagati con l’accusa di aver intascato una somma vicina ai 200 mila euro. Sanna doveva partecipare come testimone all’udienza del 16 maggio, ma il pm Cocco ha rinunciato a chiamarlo perché nel frattempo la sua posizione era cambiata: da teste dell’accusa e della difesa a indagato per peculato aggravato. Sanna si è avvalso della facoltà di non rispondere, dovrà comunque chiarire perché nei tabulati della Banca di Sassari risultino numerose somme di denaro a suo nome, oltre gli stipendi che percepiva come dipendente del gruppo. Un dettaglio tutt’altro che rilevante sul quale dovrà rispondere anche Giuseppe Atzeri, il responsabile del gruppo misto che aveva in mano la «cassa» e distribuiva i soldi ai membri del gruppo. Di Atzeri si parlerà anche domani al dibattimento, perché è accusato di maltrattamenti, lesioni personali e abuso d’ufficio nei confronti dell’ex funzionaria Ornella Piredda.
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