La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, la Regione dovrà pagare 76 milioni

Tuvixeddu, la Regione dovrà pagare 76 milioni

Cagliari, respinto anche il ricorso in secondo grado contro l’esecutività del lodo arbitrale. In attesa del giudizio di merito, il costruttore Gualtiero Cualbu sarà risarcito

22 maggio 2014
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CAGLIARI. Non c’è più scampo: la Regione dovrà pagare al gruppo del costruttore Gualtiero Cualbu i 76 milioni di euro che secondo il lodo emesso dal collegio arbitrale rappresentano il danno arrecato alla società Nuova Iniziative Coimpresa per la mancata realizzazione del piano immobiliare sul colle di Tuvixeddu.

È stata la Corte d’Appello civile di Roma a respingere il secondo reclamo contro l’esecutività del lodo presentato dall’ufficio legale della Regione e dai difensori di Renato Soru, parte nella causa come responsabile della decisione assunta a suo tempo dall’amministrazione di imporre nuovi vincoli per notevole interesse pubblico sull’area. Vincoli che una sentenza definitiva del Consiglio di Stato ha dichiarato legittimi bloccando qualsiasi ipotesi di edificazione.

La Regione ha già ricorso contro il lodo arbitrale, ma la decisione sul merito del ricorso è fissata all’8 novembre 2016 davanti alla stessa Corte d’Appello civile di Roma. Nel frattempo la Regione aveva chiesto ai giudici della quarta Corte d’appello la sospensione dell’esecutività, richiesta respinta senza entrare nel merito della questione per il pericolo che un ritardo nel pagamento potesse far precipitare la situazione finanziaria del gruppo Cualbu, la cui sopravvivenza è stata considerata un interesse prevalente su quello pubblico.

L’avvocato Federico Sorrentino, legale della Regione, aveva consegnato ai giudici il piano di ristrutturazione della Cualbu srl, omologato dal tribunale fallimentare di Cagliari, dove il risarcimento non compare. Quindi il costruttore - ha sostenuto il legale - avrebbe avuto le risorse finanziarie per salvarsi anche senza il risarcimento regionale. I legali di Soru, gli avvocati Giampiero Contu e Giuseppe Macciotta, avevano depositato anche la sentenza con la quale il tribunale penale di Cagliari ha condannato per falso in atti pubblici a un anno di reclusione l’ex sovrintendente archeologico Vincenzo Santoni. Era stato infatti lui a sostenere - per il tribunale falsamente - che dalla firma dell’accordo di programma per Tuvixeddu nel 2000 fino al 2006, quando la Regione impose i primi vincoli, nell’area archeologica non era stato trovato alcunché di nuovo e che di conseguenza l’allargamento dei vincoli non fosse necessario. È stato poi il Consiglio di Stato a ristabilire la verità con la sentenza di marzo 2010: i ritrovamenti archeologici c’erano e i vincoli imposti col Ppr sono ancor’oggi pienamente giustificati. Opposta la posizione dei legali del gruppo Cualbu: vincoli inopportuni, il piano immobiliare di Nuova Iniziative Coimpresa era legittimo e doveva essere realizzato. Se è rimasto sulla carta la colpa è dell’amministrazione Soru, che di conseguenza deve pagare il risarcimento stabilito dal collegio arbitrale. (m.l)

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