La Nuova Sardegna

«La Regione dia l’ultimatum a E.On»

di Gianni Bazzoni
«La Regione dia l’ultimatum a E.On»

Fiume Santo, i rappresentanti dei lavoratori chiedono alla giunta un’accelerazione del processo di vendita degli impianti

21 maggio 2014
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SASSARI. Non si chiude il conflitto tra le organizzazioni sindacali e la multinazionale tedesca E.On. Anzi, l’ultimo attacco delle segreterie provinciali di Sassari di Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uuil è ancora più chiaro: «Manterremo aperta la situazione di conflittualità con l’azienda fino a quando continuerà a impedire che si realizzi il nuovo gruppo di produzione energetica a Fiume Santo».

La nuova presa di posizione dei segretari di categoria - Massimiliano Muretti, Giuseppe Buia e Franco Peana - segue di pochi giorni l’incontro che si è tenuto nella sede della Provincia di Sassari, alla presenza dei dirigenti di E.On e dell’assessore al Lavoro Rosario Musmeci. Una riunione (al tavolo di mediazione) che è servita per tracciare un percorso per quanto riguarda gli esuberi annunciati dalla multinazionale tedesca e la gestione della mobilità in maniera non traumatica.

Il rinvio al 30 giugno della scadenza che si erano dati le controparti è un tempo che può essere considerato utile solo se «utilizzato per colmare le distanze che esistono, e soprattutto per sollecitare la giunta regionale - e nello specifico l’assessore all’Industria - a pretendere da E.On (che ha definitivamente abbandonato l’idea di costruire il nuovo gruppo a Fiume Santo), una accelerazione del processo di vendita degli impianti». Una attività che - secondo i sindacati - dovrebbe permettere alla nuova proprietà di avviare l’iter necessario per non perdere l’autorizzazione disponibile per la costruzione del quinto gruppo (la scadenza è fissata al 4 dicembre).

«Vogliamo sottolineare – hanno affermato Muretti, Buia e Peana – che la volontà di E.On di vendere gli impianti è vista con grande soddisfazione dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali. Anche perché, in questo anni, l’azienda tedesca ha sviluppato una politica basata essenzialmente sulla ricerca del profitto. E.On ha sfruttato la criticità della rete per ottenere, anche attraverso un buon rapporto con Terna, profitti importanti, riducendo tutte le spese di manutenzione e generando una situazione di rischio evidente nella gestione dei vecchi gruppi a olio combustibile».

Sulla mobilità, Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil hanno voluto ribadire una posizione chiara: «Siamo disponibili a discutere di una situazione che è conseguenza della chiusura dei gruppi 1 e 2, e siamo in grado di fornire una risposta organizzativa. La nostra scelta, comunque, sarà limitata e temporanea, considerato che la realizzazione del nuovo gruppo permetterà di mantenere negli anni i livelli occupazionali nella centrale di Fiume Santo».

Ed è solo di fronte a questa «irrinunciabile opportunità» che le organizzazioni sindacali confermano la disponibilità «ad accompagnare la sfasatura temporanea che si verrà a determinare negli organici. Solo questa condizione, insieme agli investimenti necessari sui gruppi 3 e 4, è l’elemento che ci vedrà pronti a sostenere gli sforzi per le ricerca di ulteriori efficienze capaci di convincere chi vorrà investire seriamente nel polo energetico del nord Sardegna».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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