La Nuova Sardegna

Onorato: per la Tirrenia vedo un futuro in grande

di Giampiero Cocco
Onorato: per la Tirrenia vedo un futuro in grande

Il patron di Moby spiega perché è necessaria una sinergia tra le due compagnie: «Il caro traghetti non esiste, le nostre tariffe sono state ridotte dal 10 al 50%»

18 maggio 2014
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OLBIA. Vincenzo Onorato non molla il timone e cerca di portare in porto il progetto per la sua nuova supercompagnia di navigazione - la integrazione tra Moby e la Cin Tirrenia -, navigando verso acque più tranquille. Raggiunti gli accordi con Unicredit per finanziare l’operazione (rilevare il 35 per cento delle azioni Cin-Tirrenia dal Fondo Clessidra), resta ancora da superare il parere dell'Antitrust, quello del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e della Regione Sarda e lo scoglio più arduo, quello dell’opinione pubblica isolana.

Partiamo dall’attualità. L’estate si avvicina e si ripropone il problema del “caro traghetti”, che in questi anni ha penalizzato l'afflusso dei turisti nell'isola.

«Guardi che quello del caro traghetti più che un problema è un mantra. Quest’anno le tariffe di Moby per la Sardegna sono state ridotte mediamente dal 10 al 50% rispetto lo scorso anno su 1046 partenze sulle 1300 ancora da effettuare. Sulle rimanenti 254 partenze nella maggior parte sono rimaste invariate, ma nessuno l’ha scritto. Un passaggio ponte in agosto, sulla linea Livorno-Olbia costa da 34 euro a un massimo di 86 euro, tasse incluse. Ormai costiamo meno di un treno».

Lei è socio di maggioranza, con il 40%, nella Cin. In questi giorni si parla della richiesta dell'ad di Cin-Tirrenia di rivedere la convenzione con lo Stato prevedendo dei tagli alle linee.

«La Cin-Tirrenia sostiene che le tratte sovvenzionate costano all’azienda più dei 72 milioni di euro che ottiene di sovvenzione all’anno, per cui è in difficoltà. Ho visto le proposte di taglio di linee presentate dalla Cin-Tirrenia. Sono inaccettabili. I consiglieri espressi da Moby in Cin hanno votato, il 28 marzo, contro le modifiche alla convenzione, passata a maggioranza. Per me è emblematica la richiesta di ridimensionare il servizio Civitavecchia-Cagliari da giornaliero a trisettimanale. Sono stato nel cda di Tirrenia solo per poche settimane dopo l'acquisizione, mi sono dimesso per insanabili conflitti sulla gestione, perché venne intrapresa una direzione che andava in senso opposto al piano industriale presentato alle banche. In quelle poche settimane ho sostituito le due vecchie e piccole navi classe strade romane che coprivano la tratta spesso superando le 14 ore, con due navi nuove e veloci capaci di trasportare 2mila passeggeri».

Perché ritiene insensato il ridimensionamento?

«Il disservizio negli anni delle vecchie navi Tirrenia sulla Cagliari-Civitavecchia ha generato due effetti pericolosi. Il primo è una avversione radicata di tutti i sardi e i campidanesi in particolare per la Tirrenia. Il secondo lo spostamento del traffico da Cagliari a Olbia con altri vettori, Moby inclusa. Il baricentro del traffico via mare in Sardegna è sbilanciato sul nord, Cagliari è molto marginale: nel 2013 il traffico del Nord Sardegna ha registrato 3,3 milioni di passeggeri, il 93 per cento, mentre Cagliari soltanto 235mila passeggeri, pari al 7 per cento. Le merci viaggiano per il 65% da nord e il 35% da Cagliari, e questi sono dati che parlano da soli. Ritengo che Cin-Tirrenia debba puntare su Cagliari e far riprendere ai campidanesi fiducia nel trasporto marittimo anche attraverso una adeguata politica tariffaria di incentivi».

Perché ritiene poco funzionali le riduzioni della corse?

«Mi spiego meglio: quale trasportatore vuole che vada su Cagliari, lasciando il trailer non operativo per 36 ore, quando può partire da Olbia con Moby che offre, anche d'inverno, sei partenze al giorno? Sto parlando contro i miei interessi. Se si facessero questi tagli alle linee il primo beneficiario sarebbe la Moby. Se si arrivasse a ridurre le corse le conseguenze sarebbero gravissime. Cagliari diverrebbe uno scalo fantasma e Cin-Tirrenia accumulerebbe altre perdite perché nessuno prenderebbe più la nave. Con il taglio di Arbatax e dell’Ogliastra si tornerebbe indietro di 30 anni».

Ma allora come si possono sistemare i bilanci Cin se Lei è contrario ai tagli?

«Con la realizzazione del piano industriale che ho contribuito a redigere quando abbiamo acquisito Cin (luglio 2012) che prevedeva sinergie operative sui costi fra Moby e Cin. Gli attuali amministratori di Cin, quando abbiamo acquisito la compagnia, hanno avuto accesso con trasparenza a tutti i dati di gestione, e scoprono soltanto ora che i conti non tornano? I conti tornavano con le sinergie ed una accurata gestione dei costi, quello che non è stato mai fatto».

Secondo il piano industriale da Lei illustrato quanto valgono queste sinergie?

«30 milioni l'anno, all’83% a favore dei conti di Cin».

Dimentica che l'Agcm è espressa contro la fusione delle due compagnie di navigazione.

«Certo, ma non contro le sinergie».

E allora perché non sono state fatte?

«L’amministratore delegato e il Cda di Cin sono andati in una altra direzione e per questo mi sono dimesso dal cda. Secondo il piano industriale presentato alle banche finanziatrici Cin avrebbe dovuto avere un Ebitda nel 2013 di 65 milioni di euro mentre sarà all'incirca di 37, una posizione finanziaria netta di 288milioni di euro, invece sarà di 340 milioni di euro».

Lei cosa farebbe per equilibrare i bilanci?

«Quello che è previsto nel piano originario, sinergie e tagli di costi fra le due aziende e sono tagli per milioni di euro che porterebbero a un inevitabile riduzione delle tariffe. Nel budget 2014 delle due compagnie si legge che Moby, con 23 navi, spenderà 13.9 milioni di euro in manutenzioni, e sottolineo che il nostro sistema di manutenzioni è il più costoso sul mercato, perché concettualmente simile a quello aeronautico. I motori delle navi vengono affidati per le revisioni alle case costruttrici che li seguono per tutta la loro vita. La Cin-Tirrenia si affida ad un criterio più ordinario, legato a piccole officine e ricambi spesso non originali. È singolare che per sole 16 navi preveda di spendere 28.9 milioni di euro, più del doppio di noi. Un altro esempio? In meno di due anni, da quando è nata Cin-Tirrenia, sono stati spesi ben quattro milioni in affari legali, e potrei farne tanti altri, di esempi singolari. Quello che cerco di dire è che, nella sostanza, non c'è stato alcun cambiamento fra i vecchi criteri di gestione Tirrenia e la nuova Cin. I numeri non mentono».

Su Moby cosa dice?

«Nel 2013 il budget è stato rispettato. l'Ebitda ricorrente è passato da 26 milioni di euro del 2012 a 45 milioni di euro di euro del 2013. La p.f.n. è scesa da 290 milioni di euro del 2012 a 270 milioni di euro del 2013».

Nell’isola sono tutti preoccupati per la sua eventuale acquisizione di Cin, e si riparla di monopolio.

«Monopolio? In Sardegna, oltre a Moby e Cin-Tirrenia operano altre 5 compagnie di navigazione e qualsiasi armatore può aprire una linea senza che nessuno possa impedirlo. L'Italia è il paese della demagogia. Come si fa a emettere verdetti di condanna senza conoscere il mio programma? Io sono contrario all'aumento delle tariffe. Anzi, considerate le sinergie, le tariffe devono scendere».

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