La Nuova Sardegna

Oscar Farinetti: l’isola uscirà dalla crisi con l’agricoltura

di Alessandro Pirina
Oscar Farinetti: l’isola uscirà dalla crisi con l’agricoltura

Il patron di Eataly a Porto Cervo parla a tutto campo di economia e politica «L’Italia ha bisogno di meno lamentele e più coraggio. Renzi? Governa bene»

18 maggio 2014
3 MINUTI DI LETTURA





PORTO CERVO. L'ambasciatore delle eccellenze culinarie tricolori invita la Sardegna a puntare sull’agricoltura di qualità. Per Oscar Farinetti la riscossa dell'isola può, anzi deve, partire dai campi. Ieri il fondatore di Eataly, la catena alimentare specializzata nel meglio del "made in Italy" a tavola, era a Porto Cervo, ospite del "Wine festival" per presentare il suo libro, "Storie di coraggio. 12 incontri con i grandi italiani del vino". «Parlo di coraggio perché è un valore in estinzione, è la cosa che manca di più al nostro paese. Chi ha coraggio cerca soluzioni, chi non ne ha, invece, sa solo lamentarsi. Oggi si dedica troppo tempo alle lagnanze, mentre occorrerebbe concentrarsi sulle soluzioni».

Da imprenditore di successo quale consiglio dà all'isola per uscire dalla crisi?

«La Sardegna deve puntare sull'agricoltura. Il suo futuro, il futuro del Paese, non può che essere il ritorno alla terra. In Italia ci sono 17 milioni di ettari coltivabili, ma ne vengono lavorati solo 13. Ne avanzano 4, il 20 per cento del totale, e di questi ben mezzo milione si trova in Sardegna. L'isola oggi è una terra troppo poco coltivata. Occorre invertire subito la rotta, puntando sull’agricoltura alta, sui prodotti di qualità da vendere nel mondo. Dalle eccellenze della terra può partire la riscossa della Sardegna. Ma ovviamente la natura non basta, c'è bisogno anche dell'uomo».

In che senso?

«Per realizzare questo progetto la Sardegna ha bisogno di grandi uomini, di leader che possano prendere per mano il settore e portarlo in alto. L'Italia ha una presenza di biodiversità sul proprio territorio che non ha eguali nel mondo, ma gli italiani neanche lo sanno. Invece, bisogna saper comunicare questo vantaggio. Ci vogliono uomini che sappiano narrare il nostro cibo, il nostro vino, i nostri prodotti. Uomini all'altezza della situazione».

In base alla sua esperienza quali sono gli handicap e quali i punti di forza della Sardegna?

«Non mi piace parlare degli handicap di un territorio, preferisco sottolineare quelle che sono le sue potenzialità. E la Sardegna ne ha davvero tante. Basta pensare solo alla posizione geografica, al fatto che si trova al centro del Mediterraneo. Allo stato attuale le manca solo il coraggio di partire, ma sono certo che prima o poi ce la farà. Il futuro della Sardegna, mi ripeto, è l'agroalimentare».

Secondo lei sarebbe possibile in Sardegna creare una catena specializzata nella cucina isolana? Una sorta di "Sardeataly"?

«No, la Sardegna deve andare oltre l'isola, deve portare i suoi prodotti nel mercato italiano e farli conoscere a tutti».

Ha mai pensato di investire nell'isola?

«Sinceramente no, ma nella vita mai dire mai. Anche se per fare tutto quello che vorrei realizzare dovrei vivere 280 anni».

Nel suo libro parla di 12 imprenditori vitivinicoli di successo e di qualità. Tra loro però neanche un sardo.

«Ho dovuto scegliere 12 famiglie del vino tra le 200-300 che stimo. E' vero, non c'è neanche una cantina isolana, anche se sono molto amico di Gavino Sanna, proprietario di un'azienda bellissima, la Mesa».

A Porto Cervo ha parlato anche dell'associazione "Vino libero". Quali sono gli obiettivi?

«Il vino è un prodotto sublime che nasce dalla terra, ma ha bisogno di essere liberato. In campagna da concimi e diserbanti, in cantina dai solfiti, nel mercato dai prezzi troppo alti o troppo bassi, ma anche da analisi sensoriali esagerate e da un sistema di distribuzione medievale».

Tre mesi fa lei è stato a un passo dal diventare ministro dell'Agricoltura. Come giudica i primi 100 giorni del governo del suo amico Matteo Renzi?

«Bene, perché Matteo è uno che ha coraggio, uno che combatte chi sa solo lamentarsi. Alle europee sceglierò lui, ma in generale mi auguro si rafforzi la posizione europeista del nostro Paese a discapito di separatisti e populisti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano

Calcio Serie A

Cagliari avanti 2-0 contro la Juventus alla fine del primo tempo

Le nostre iniziative