La Nuova Sardegna

Con Veloso due ore di poesia, passione e grande musica

di Pasquale Porcu
Con Veloso due ore di poesia, passione e grande musica

Sassari, al Comunale l’artista brasiliano non ha deluso, un viaggio nel repertorio classico fino alle nuove sonorità di “Abraçaço”

14 maggio 2014
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SASSARI. Un fiume di applausi ha segnato, ieri sera, un concerto che i fans non dimenticheranno facilmente. Pochi artisti, infatti, esercitano il fascino che circonda il musicista brasiliano Caetano Emanuel Viana Teles Veloso, noto Caetano Veloso. Una impressione confermata anche ieri sera nel bel concerto tenuto nel nuovo teatro Comunale a Sassari a conclusione del festival Abbabula organizzato dalle Ragazze Terribili. Fisicamente in grande forma, nonostante abbia superato i 70 anni (il prossimo 7 agosto, ne compirà 72), con la mente aperta dei grandi artisti, in grado di rinnovarsi, assorbire l'aria nuova che circola nel mondo della musica, eppure estremamente rigoroso nelle scelte musicali. Veloso non solo ha cantato ma ha ballato, stretto mani, saltato per il palco con un entusiasmo da eterno ragazzo. Un cantante e un compositore in grado di cantare con eguale intensità e sentimento un vasto repertorio.

Un personaggio straordinario che non ha paura di girare il mondo come sta facendo ora con “Abraçaço" tour 2014. Ed è proprio con questo disco, pubblicato nel 2012, che Veloso sembra conoscere una nuova giovinezza e non solo perché è molto giovane l'età dei musicisti che lo accompagnano sul palco; Pedro Sà alla chitarra, Ricardo Dias Gomes al basso e Marcelo Calado alla batteria. Una band che inocula nuova e robusta linfa al sound storico del leader.

Anche il concerto di ieri sera ha riproposto, nella sostanza, il nuovo disco del quale il figlio Moreno ha curato gli arrangiamenti e orientato musicalmente il lavoro. Anche se non sono mancati continui rimandi al repertorio meno recente. Momento emozionante quando Veloso canta “Um comunista”, canzone dedicata a Carlos Marighella figlio di un emigrante italiano e di una discendente dagli schiavi. Un rivoluzionario che si è battuto contro la giunta militare e per questo ha perso la vita. L'apertura della serata suona come una sorta di manifesto politico-musicale dell'artista, "A bossa nova è foda", come dire che la bossa nova non conosce mode e può ben rappresentare la storia musicale del Brasile.

Nel tono allegro e scanzonato del brano sembra di leggere la voglia di fare musica con l'entusiasmo che ha caratterizzato gli artisti che a suo tempo hanno portato una ventata di aria fresca nella musica brasiliana. E degli anni d'oro degli anni del suo esordio (1967) Caetano trasmette la magia, l'entusiasmo e la voglia di stupire. E non tragga inganno il titolo di "Triste Bahia" o di "Estou triste"; a non farvi cadere in depressione ci pensa, nel secondo titolo, il breve e balsamico assolo rock di Pedro Sa.

La conferma sulla statura di Veloso viene ancora da"Abraçaço", il brano che dà il titolo al disco, che ribadisce come quanto sia alto il livello di poesia e nobiltà musicale dell'artista di Bahia. Per capire fino in fondo questo singolare artista sarebbe utile conoscere l'ambiente musicale in cui Caetano è nato e vissuto, quello di Bahia (e in particolare Salvador) che da sempre rappresenta la più importante fucina della musica brasiliana. I più grandi cantanti, compositori, musicisti brasiliani sono nati e vissuti qui, in questa terra di abbagliante bellezza e straordinari contrasti. Qui, in questa enorme baia sono approdate le navi cariche di africani, e qui nella collina di Pelourinho quegli uomini sono stati smistati, torturati, ridotti in schiavitù. In quella parte di mondo, in cui il suono dei tamburi africani si è mescolato alle sonorità europee, si è formato Caetano, qui, intorno alla piazza di Terreiro do Jesus ha respirato le atmosfere del condomblè e delle mille religioni che si praticano nelle bizzarre comunità nelle quali ogni giorno nasce una favela, una nuova chiesa, un gruppo musicale, una scuola di samba. E' da quell'immenso giacimento antropologico e culturale che Caetano ha distillato la sua poesia. Quella che abbiamo sentito ieri in brani come "O imperio da lei" e "Quero ser justo" con sonorità più in linea con gli album classici del passato piuttosto che con la ricerca che ha caratterizzato le produzioni più recenti. Ecco anche "Funk melodico" un singolare valzer brasileiro con accenti a volte rap, sapientemente amministrato con "Parabens" e "Quando o galo cantou".

Ma, certo, il pubblico del Teatro Comunale aveva buoni motivi per andare via soddisfatto dopo un concerto di quasi due ore. I molti e calorosi applausi alla fine della serata hanno sottolineato la eccezionalità e l'alto livello culturale e spettacolare dell'evento, uno dei migliori in assoluto, nella Sardegna di questi anni flagellati dalla spending review e dalla mancanza di idee.

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